In attesa di sapere cosa accadrà alla licenza Monsanto per l’Europa in scadenza tra qualche mese, ieri i lobbisti della multinazionale del glifosato si sono visti chiudere in faccia le porte del Parlamento Europeo
In attesa di sapere cosa accadrà alla licenza Monsanto per l’Europa in scadenza tra qualche mese, ieri i lobbisti della multinazionale del glifosato si sono visti chiudere in faccia le porte del Parlamento Europeo.
Dietro a questa decisione non vi è in realtà una presa di posizione riguardo agli effetti sulla salute dei prodotti della Monsanto quando piuttosto l’applicazione di una nuova legge in vigore nell’Ue che prevede il divieto d’accesso in Parlamento per le aziende che si rifiutano di partecipare ad una convocazione ufficiale.
Nello specifico Monsanto ha deciso di non prendere parte ad una seduta delle commissioni Ambiente, Salute Pubblica ed Agricoltura del Parlamento Europeo dedicata ai “Monsanto papers” e alle interferenze nel processo regolatorio europeo prevista per l’11 ottobre. Fondamentale sarebbe invece che la multinazionale partecipasse all’incontro in quanto avrebbe la possibilità di difendersi dall’accusa di aver indebitamente influenzato gli studi regolatori sulla sicurezza del Glifosato, un ingrediente fondamentale del suo prodotto di punta, il RoundUp. L’azienda in una lettera ai deputati europei si è giustificata affermando che il Parlamento non è un “forum appropriato” per discutere di queste questioni.
Addirittura, secondo quanto scritto dal vicepresidente Monsanto, Philip Miller:
“L’audizione comune potrebbe essere considerata come l’ultimo tentativo da parte di coloro che si oppongono alle pratiche agricole moderne di influenzare e frustrare il processo scientifico e regolamentare dell’UE. (…)Abbiamo osservato con crescente allarme la politica della procedura dell’UE sul rinnovo del glifosato, una procedura che dovrebbe essere scientifica ma che per molti aspetti è stata ingannata dal populismo”.
È la prima volta che i capigruppo dell’Assemblea comunitaria mettono in atto la nuova norma ed è “toccato” fare da apripista proprio ai rappresentanti Monsanto a cui l’accesso è vietato fino a nuovo ordine. I funzionari della nota multinazionale non saranno quindi più in condizione di incontrare gli eurodeputati, di assistere alle riunioni dei comitati e neppure di utilizzare le risorse digitali nei locali del Parlamento di Bruxelles o Strasburgo.
“Coloro che ignorano le regole della democrazia perdono anche i propri diritti come lobbisti del Parlamento europeo. – ha dichiarato Philippe Lamberts, presidente del Gruppo Verde/Alleanza libera europea che ha chiesto di mettere in atto il divieto – Le aziende americane devono anche accettare la funzione di controllo democratico del parlamento. Monsanto non può sfuggire a questo “.
La porta chiusa in faccia ai funzionari Monsanto è comunque un duro colpo all’interno della campagna mediatica e difensiva della multinazionale, considerando anche che c’è in ballo il rinnovo della licenza per l’Europa. I funzionari potranno infatti fare pressione solo in incontri privati con i parlamentari. Come andrà a finire?
Francesca Biagioli
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