Monsanto si prepara a presentare sul mercato degli ortaggi praticamente perfetti, almeno a parere della multinazionale biotech statunitense. Non si tratta di prodotti contenenti Ogm, ma di ortaggi modificati secondo tecniche già note, a partire dall’incrocio di diverse varietà, fino a ricavare i tratti genetici migliori.
Monsanto si prepara a presentare sul mercato degli ortaggi praticamente perfetti, almeno a parere della multinazionale biotech statunitense. Non si tratta di prodotti contenenti Ogm, ma di ortaggi modificati secondo tecniche già note, a partire dall’incrocio di diverse varietà, fino a ricavare i tratti genetici migliori.
La multinazionale degli Ogm non si arrende e prova a rilanciarsi sul mercato, accantonando per un attimo i tanto discussi alimenti geneticamente modificati, per cercare di presentare dei prodotti dal gusto e dalla consistenza perfetta, che non potranno che attirare i consumatori. Possiamo fidarci di Monsanto?
Certo che no. Si tratta semplicemente dell’ennesima trovata per modificare le regole dell’agricoltura. Monsanto è ormai entrata in gioco e non può tirarsi indietro. L’antico compito di preservare le migliori varietà degli ortaggi da coltivare passa, purtroppo, dai piccoli agricoltori alle multinazionali degli Ogm e dei pesticidi.
Monsanto è riuscita a modificare il mais e la soia per associarli con delle caratteristiche che la natura non aveva stabilito per questi alimenti. Ciò sta causando gravi conseguenze, a partire dalla resistenza agli erbicidi delle infestanti, fino allo sviluppo di parassiti che richiedono quantità sempre maggiori di pesticidi per essere debellati.
Non ci sorprende dunque che Monsanto abbia pensato di introdurre nuove varietà di propria creazione ottenute a partire dagli ortaggi convenzionali, che tutti noi normalmente acquistiamo e portiamo sulle nostre tavole. Si tratta di una nuova via verso lo sviluppo e l’arricchimento economico della multinazionale, che ben poco ha a che fare con le esigenze dei consumatori e il rispetto dei coltivatori locali.
Ecco dunque i nuovi ortaggi “perfetti” di Monsanto:
1) Broccoli che contengono il triplo degli antiossidanti.
2) Peperoni più piccoli con parti di scarto ridotte.
3) Meloni cantalupo invernali più dolci del 30%.
4) Cipolle che non ci faranno piangere.
5) Lattuga più ricca di nutrienti e che si mantiene fresca a lungo.
Ciò dimostra che Monsanto è in grado di ottenere ortaggi dalle caratteristiche innovative anche senza ricorrere agli Ogm e che la resistenza dei consumatori all’acquisto di alimenti Ogm è in grado di modificare l’orientamento di un’azienda, anche quando si tratta di una nota multinazionale, obbligandola a compiere un passo indietro.
Monsanto avrebbe rinunciato per un attimo agli Ogm non di certo per aver messo in dubbio la loro sicurezza per la salute della popolazione o per l’ambiente, bensì in linea con le richieste dei consumatori, che per la maggior parte non sembrano inclini all’acquisto di prodotti geneticamente modificati. Per sfuggire ad un eventuale obbligo di etichettatura dei prodotti Ogm e per evitare un calo delle vendite, Monsanto preferisce preservare i propri profitti e andare alla ricerca di strategie alternative. La multinazionale degli Ogm non si arrende, ma propende per nuove strade. Una conferma ulteriore del potere delle scelte dei consumatori sull’andamento dei mercati?
Marta Albè
Fonte e foto: www.wired.com
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