La contaminazione da metalli pesanti nelle aziende agricole può mettere ad alto rischio la qualità dei prodotti, ancor di più se si tratta di alimenti biologici. La contaminazione industriale delle aziende agricole, negli Stati Uniti, avrebbe raggiunto livelli allarmanti, secondo Mike Adams, caporedattore di Natural News, che ha deciso di fare il punto sulla situazione dei metalli pesanti nell’agricoltura statunitense.
La contaminazione da metalli pesanti nelle aziende agricole può mettere ad alto rischio la qualità dei prodotti, ancor di più se si tratta di alimenti biologici. La contaminazione industriale delle aziende agricole, negli Stati Uniti, avrebbe raggiunto livelli allarmanti, secondo Mike Adams, caporedattore di Natural News, che ha deciso di fare il punto sulla situazione dei metalli pesanti nell’agricoltura statunitense.
Proprio dagli Usa potrebbe giungere una proposta di certificazione per i metalli pesanti in agricoltura, legata ad interventi di monitoraggio delle contaminazioni. Infatti un’azienda agricola statunitense può possedere la certificazione biologica rilasciata dall’Usda, il Dipartimento dell’Agricoltura, e un’ulteriore certificazione che attesti la completa assenza di OGM, ma mettere comunque in vendita prodotti che presentino un contenuto molto elevato di metalli pesanti.
Il problema non sarebbe circoscritto ai soli Stati Uniti, ma riguarderebbe tutto il mondo. Per quanto riguarda l’Italia, ad esempio, è impossibile non prendere in considerazione il caso della Terra dei Fuochi o dei prodotti provenienti dalle zone vicino alle grandi industri inquinanti o dei cosiddetti SIN. Lo smaltimento illegale dei rifiuti, le emissioni di sostanze tossiche dalle fabbriche, come abbiamo visto, possono causare contaminazioni da metalli pesanti nei terreni agricoli delle zone interessate. E mentre in Italia si cerca faticosamente una soluzione con analisi a tappeto dei siti più a rischio per individuare i terreni contaminati, negli USA ci si sta accorgendo che anche i prodotti biologici non sono esenti dal problema. Una lunga lista di prodotti con certificazione bio rilasciata dall’Usda risulterebbe fortemente contaminata da metalli pesanti come piombo, cadmio, mercurio e tungsteno.
Da qui la necessità di mettere a punto una nuova certificazione che rivoluzionerebbe il mondo del bio basata su standard che indichino, tra gli altri, il quantitativo di metalli pesanti presenti nei prodotti agricoli. Le contaminazioni da metalli pesanti possono essere causate anche dall’eccessivo ricorso ai pesticidi avvenuto in passato, che ha determinato l’accumulo di sostanze potenzialmente nocive nei terreni. Infatti, la presenza di alcuni metalli pesanti è normale per quanto riguarda i suoli, ma livelli troppo elevati sono da imputare, ad esempio, a fitofarmaci, inquinamento e agricoltura industriale.
Le autorità statunitensi si sono occupate di promuovere l‘agricoltura biologica, ma non avrebbero stabilito alcun regolamento per proteggere l’ambiente e i terreni dall’inquinamento. Di conseguenza, i coltivatori che decidono di avviare una produzione senza ricorrere a Ogm e pesticidi possono subire contaminazioni causate dall’operato degli agricoltori convenzionali vicini, liberi di ricorrere a sementi geneticamente modificate, fertilizzanti e pesticidi, con il rischio di inquinare e contaminare i terreni circostanti.
Le autorità statunitensi che si occupano di eseguire controlli in agricoltura già accusate di non impegnarsi per arginare il problema delle contaminazioni da OGM, prenderanno davvero in considerazione il problema dei metalli pesanti in etichetta? Per le agenzie come Fda, Epa e Usda conta di più la salute dei cittadini o gli interessi delle multinazionali?
Ecco allora che l’appello di Natural News suona forte e chiaro. Data la situazione attuale, sarebbe necessario agire seriamente per modificare le regole che permettono alle aziende agricole di ottenere le certificazioni bio, in modo tale che i consumatori possano avere a disposizioni prodotti non soltanto privi di pesticidi e Ogm, ma anche non contaminati da metalli pesanti.
Le regole di controllo dovrebbero valere sia per gli alimenti coltivati negli Stati Uniti che per i prodotti bio certificati provenienti dall’estero. Si tratterebbe di una completa rivoluzione per il mercato del biologico. Ma con il massiccio impiego di pesticidi nel passato e nel presente, e tenendo conto dell’inquinamento, è davvero possibile avere a disposizione terreni incontaminati? Le aziende agricole saranno disposte ad investire per effettuare le bonifiche necessarie a liberare i suoli dai metalli pesanti? Di sicuro sarebbe un bel salto di qualità per il biologico che in tal modo potrebbe riuscire ad attirare nuovi consumatori. In Italia quanto sarebbe auspicabile? E quanto davvero fattibile?
Marta Albè
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