L’olio di palma ‘sostenibile’ distrugge le foreste in Indonesia. Tra i responsabili della distruzione delle foreste indonesiane sono presenti le compagnie produttrici di olio di palma cosiddetto ‘sostenibile’. Lo rivela l’ultima inchiesta di Greenpeace sulla deforestazione e la produzione di olio di palma nel Borneo indonesiano.
L’olio di palma ‘sostenibile’ distrugge le foreste in Indonesia. Tra i responsabili della distruzione delle foreste indonesiane sono presenti le compagnie produttrici di olio di palma cosiddetto ‘sostenibile’. Lo rivela l’ultima inchiesta di Greenpeace sulla deforestazione e la produzione di olio di palma nel Borneo indonesiano.
L’Indonesia è stata colpita negli ultimi mesi da una vera e propria crisi ambientale e sanitaria. I ricercatori di Greenpeace hanno esaminato 3 piantagioni della regione occidentale e centrale del Kalimantan, il Borneo indonesiano.
Le piantagioni sono di proprietà delle compagnie indonesiane IOI Group, Bumitama Agri Ltd e Alas Kusuma Group. Aziende che fanno parte di importanti enti di certificazione di sostenibilità, tra cui la Tavola Rotonda per l’Olio di Palma Sostenibile (RSPO) e il Forest Stewardship Council (FSC).
Greenpeace chiede ad RSPO e FSC di agire tempestivamente per fare chiarezza su quanto accaduto ed espellere le aziende complici del dilagare degli incendi che distruggono le foreste torbiere e soffocano il Sud-Est asiatico.
L’olio di palma sostenibile esiste davvero o è solo una chimera?
Greenpeace ci informa che l’olio di palma ricavato da queste piantagioni viene immesso sul mercato da commercianti di materie prime come Wilmar International, IOI Loders Croklaan e Golden Agri Resources, e arriva anche nei prodotti di quei marchi internazionali che hanno adottato politiche di “No deforestazione”.
“Per risolvere il problema alla radice è indispensabile che le compagnie che acquistano e utilizzano materie prime indonesiane lavorino insieme per far rispettare un impegno globale del settore contro l’uso di olio di palma da deforestazione” – ha sottolineato Greenpeace.
Vista la scarsa affidabilità degli schemi RSPO (su cui avevamo già riflettuto qualche tempo fa) nel 2014 è nato il Palm Oil Innovations Group (POIG), con l’obiettivo di spezzare il legame tra la produzione di olio di palma e la deforestazione.
Questo gruppo, che riunisce compagnie che producono e utilizzano olio di palma e ONG ambientaliste, mira a rafforzare e rendere più ambiziosi gli standard dell’RSPO, concentrandosi su tre tematiche: responsabilità ambientale, partnership con comunità locali e integrità aziendale e di prodotto.
Di recente hanno aderito a questa iniziativa marchi come Ferrero, Danone, Stephenson e Boulder, così come il gigante indonesiano dell’olio di palma Musim Mas Group.
Poche settimane fa, il presidente indonesiano Joko Widodo ha promesso di bandire ogni ulteriore sviluppo delle attività produttive che vadano a discapito delle torbiere, anche all’interno di concessioni già esistenti. Purtroppo però l’assegnazione delle terre è spesso legata alla corruzione, secondo quanto comunicato da Greenpeace.
È così che dal 1990 ad oggi l’Indonesia ha perso un quarto delle sue foreste a causa dell’espansione indiscriminata delle piantagioni di palma da olio e cellulosa. Sono dunque necessarie azioni molto più urgenti per arrestare la deforestazione.
Leggi e scarica qui il report di Greenpeace “Under Fire”.
Leggi anche: