Iniziata la raccolta del primo olio d’oliva ricavato dagli uliveti “anti-Xylella”

Dopo due anni le prime piante di cultivar Favolosa piantate in Salento hanno dato i loro frutti. È stato ricavato così il primo olio

È iniziata la raccolta di un nuovo olio in Salento ricavato dagli uliveti “anti-Xylella” che hanno sostituito quelli completamente distrutti dal batterio. Si tratta di un extravergine d’oliva che si ottiene dalla varietà Fs-17 Favolosa, le cui olive sono state raccolte per la prima volta in provincia di Lecce.

La pianta brevettata dal Cnr è nata dal miglioramento genetico per incrocio studiato per anni dal professor Giuseppe Fontanazza. La sua principale caratteristica? Essere in grado di resistere al batterio killer al pari del Leccino (altra varietà).

Ora finalmente, due anni dopo gli impianti, gli agricoltori del Salento possono godere dei risultati della Favolosa e rifiatare un attimo rispetto ad una situazione, quella della Xylella, che li aveva messi in ginocchio.

“Grazie alla ricerca e alla caparbietà degli agricoltori – commenta il presidente Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino – c’è un futuro per questo territorio colpito da una sciagura economica e paesaggistica senza precedenti”.

Dalle piante già fruttuose in Salento si è potuto finalmente produrre l’olio extravergine dalla cultivar Favolosa che, secondo gli esperti, offre un alto contenuto in polifenoli antiossidanti e un sentore amaro e piccante che, abbinato ad un gusto fruttato erbaceo, lo rendono armonico ed equilibrato.

Si tratta di una varietà interamente italiana caratterizzata da una crescita veloce in campo e dalla precocità. Dopo soli 2 anni, infatti, la pianta riesce a produrre circa il 10% del potenziale massimo di olive (che si raggiunge in 5 anni).

Secondo i dati in possesso di Cia sono già quasi 500 mila le piante di Favolosa del Salento, un primo passo verso l’ambizioso obiettivo di coprire la perdita delle 5 milioni di piante uccise dalla Xylella.

Tra i primi a piantare gli ulivi Favolosa ci sono i componenti della famiglia Macchia che, a San Pietro Vernotico, dispongono di 330 alberi da cui hanno raccolto le olive per la prima volta pochi giorni fa. Raggiunto da Brindisi Report, il figlio Raffaele, colui che ha portato avanti l’idea di piantare la cultivar Favolosa ha raccontato:

“Non ho nessuna intenzione di acquistare olio straniero. Lo scorso anno abbiamo prodotto l’ultimo olio dagli ultimi ulivi secolari. Circa un quintale e mezzo. Vedere morire quegli alberi è un grande dolore ma bisogna andare avanti, non pensarci più”

Ha poi fatto sapere che la raccolta della varietà Favolosa avviene in maniera completamente diversa:

“Si fa in un’unica soluzione e non si deve aspettare che i frutti cadono dall’albero, come avveniva un tempo, si adagiano le reti sotto ai tronchi e lì si fa cadere il frutto. Certo è tutto diverso ma purtroppo non possiamo farci nulla, adesso la situazione è questa, abbiamo fatto di tutto per salvare i nostri ulivi e alla fine abbiamo dovuto arrenderci. A un certo punto bisogna cambiare rotta, accettare le nuove sfide e andare avanti”.

In Salento già si era festeggiata una prima raccolta delle olive anti-Xylella nel 2019 ma in quel caso l’olio nuovo era stato spremuto dalle olive di piante malate innestate con ulivi resistenti di Leccino.

C’è ancora molto da fare per aiutare e rilanciare il settore dell’olio duramente colpito dalla Xylella in Salento (e non solo). Qualcosa possiamo farla anche noi nel nostro piccolo: comprare olio italiano.

Fonti: Ansa / Gazzetta del Mezzogiorno / Brindisi Report

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