Ogm, sentenza rinviata. Il Tar del Lazio ha deciso di posticipare la propria presa di posizione sul ricorso presentato da un agricoltore friulano contro il decreto che proibisce la semina del mais Monsanto Mon810 per 18 mesi. Il Tar si è riservato di decidere in merito entro i prossimi 45 giorni.
Ogm, sentenza rinviata. Il Tar del Lazio ha deciso di posticipare l’annuncio della propria presa di posizione sul ricorso presentato da un agricoltore friulano contro il decreto che proibisce la semina del mais Monsanto Mon810 per 18 mesi. Il Tar si è riservato di decidere in merito entro i prossimi 45 giorni.
Secondo Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, il rinvio della decisione conferma il divieto di coltivazione e allontana il rischio di contaminazioni illegali. “A questo punto i Ministeri competenti e le Regioni devono cogliere il tempo disponibile per una soluzione definitiva che” – ha sottolineato Moncalvo – “mantenga l’Italia libera da Ogm, come chiede la stragrande maggioranza dei cittadini”.
In attesa che il Tar del Lazio emetta la propria sentenza, Greenpeace chiede alle istituzioni di dare urgentemente delle risposte. La richiesta è incentrata su un nuovo intervento per vietare la semina di Ogm. “Non possiamo aspettare giorni o settimane in attesa che il Tar si pronunci, o ancora mesi in attesa che i ministri italiani insieme a quelli europei arrivino a una legge che faccia chiarezza. Serve subito un nuovo decreto interministeriale per proibire le semine di colture Ogm” – ha commentato Federica Ferrario, responsabile della Campagna Agricoltura di Greenpeace.
La decisione del Tar di prendersi del tempo per pubblicare la sentenza confermerebbe la delicatezza della questione, a parere di Legambiente. “L’attenzione è alta e tutti ne sono consapevoli. Da parte nostra continueremo a vigilare per intervenire in caso di una sentenza pro Ogm, con la mobilitazione dei cittadini che in Italia sono a grande maggioranza contrari agli Ogm. Nel frattempo, chiediamo al Governo di prevedere provvedimenti urgenti che impediscano da subito nuovi tentativi di semine Ogm sul territorio per garantire il rispetto dell’agricoltura italiana di qualità” – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente.
Le associazioni italiane per il biologico – Aiab, FederBio e Associazione per l’Agricoltura Biodinamica – avrebbero preferito che la vicenda venisse definita nell’immediato, ma ricordano che è facoltà del tribunale amministrativo rimandare la sentenza. Il timore è che il rinvio crei un vuoto in cui si sviluppino comportamenti illegali dannosi per l’agricoltura italiana nel suo complesso e particolarmente rischiosi per il biologico.
Le associazioni chiedono dunque al Governo e alle Regioni di vigilare sull’applicazione del decreto, che rimane pienamente in vigore. Positivo il commento sull’intervento di oggi del ministro dell’Ambiente Galletti che ha assicurato la volontà del Governo di cambiare la normativa UE sugli Ogm durante il semestre europeo.
“La nuova normativa concordata a livello Ue – ha dichiarato il ministro – permetterà al Paese di esercitare il diritto di veto, alla fine del processo di autorizzazione europeo. È un’ottima soluzione per l’Italia”. Se il Tar oggi si fosse pronunciato a favore dell’agricoltore friulano e degli Ogm, i ministri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e della Salute sarebbero stati pronti a reiterare e confermare il decreto vigente.
In ogni caso, le associazioni del biologico chiedono che il divieto nazionale di coltivazione degli Ogm sia chiaro e definitivo. La modifica della disciplina europea dovrà dunque prevedere una riforma della procedura di autorizzazione degli Ogm, l’avvio di un processo di rafforzamento del sistema di valutazione del rischio Ogm e l’approvazione della proposta di regolamento che consente agli Stati Membri di vietare la coltivazione di Ogm sul proprio territorio, in linea con la posizione adottata dal Parlamento Europeo nel 2011.
Marta Albè
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