No all'introduzione delle colture Ogm nel nostro Paese. Lo ha ribadito il ministro della Salute Ferruccio Fazio qualche giorno fa nel corso di una visita al Centro di riferimento oncologico di Aviano (Pordenone). La scelta del governo italiano, ha continuato il titolare del dicastero della Salute, è dovuta in gran parte alla contrarietà anche culturale della stragrande maggioranza dei nostri agricoltori.
No all’introduzione delle colture OGM nel nostro Paese. Lo ha ribadito il ministro della Salute Ferruccio Fazio qualche giorno fa nel corso di una visita al Centro di riferimento oncologico di Aviano (Pordenone). La scelta del governo italiano, ha continuato il titolare del dicastero della Salute, è dovuta in gran parte alla “contrarietà anche culturale della stragrande maggioranza dei nostri agricoltori“.
Insomma la scelta del governo appare sempre più chiara: dopo il no del ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, all’introduzione delle colture transgeniche nel nostro Paese, ora anche il ministro Fazio si allinea sulla stessa riga. ”Va ricordato – ha aggiunto Fazio – che anche il Commissario europeo ha indicato con chiarezza che per quanto riguarda le coltivazioni OGM verranno lasciate dare disposizioni dagli organismi nazionali. Da parte mia sono persuaso che la cosa importante sia un salto di qualità nei controlli. Noi abbiamo incaricato l’Agenzia per la sicurezza alimentare di Parma di effettuare verifiche minuziose con l’utilizzo delle tecnologie più innovative. In questo senso – ha concluso il ministro – sono allo studio i protocolli che verranno adottati per garantire trasparenza e affidabilità“.
Soddisfazione per le parole del ministro Fazio sono giunte dalla Coldiretti che, in comunicato, ha definito la scelta del governo in linea con il “pensiero della stragrande maggioranza dei cittadini e degli agricoltori italiani che sono contrari agli Organismi geneticamente modificati (OGM) nei campi e nel piatto“. Il nostro Paese, ha spiegato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, “sviluppa oggi un modello agroalimentare di grande qualità, sicurezza e identità. L’introduzione agli OGM rappresenta un rischio che mette in discussione questi principi: non serve agli agricoltori, non serve ai cittadini consumatori, non serve al Paese“.
A proposito di sicurezza il ministro Fazio ha anche annunciato che, nonostante l’Unione europea abbia deciso di lasciare liberi gli Stati membri di scegliere se coltivare o meno gli OGM sul proprio territorio, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) predisporrà al più presto un sistema di controlli accurati sugli OGM. Questo perché, ha spiegato il ministro, “se è vero che gli OGM simulano l’evoluzione naturale è anche vero che lo fanno a velocità molto superiori alla norma“. Motivo per cui, ha continuato Fazio, “c’è da attendersi che ci siano delle differenze. Se è vero che non ci sono al momento effetti negativi conosciuti è anche vero che non si può escludere la presenza di altri effetti sconosciuti, come le resistenze agli antibiotici. Inoltre la cultura italiana è la stessa della logica degli agricoltori che va quindi in una direzione diversa da quella degli OGM, orientata piuttosto a favorire le produzioni autoctone e naturali“.
A proposito del rapporto tra UE e OGM, ricordiamo che i primi del mese di marzo l’Unione europea ha deciso di autorizzare la coltivazione di alcuni organismi biotech. A ricevere il nulla osta da parte dell’UE sono state due specie di granoturco transgenico prodotte dalla multinazionale Monsanto – la stessa del famoso Mais Mon810 – e la patata Amflora sviluppata dal colosso chimico tedesco Basf. Nonostante quindi la scelta dell’UE in materia di OGM sia chiara, ciò non vuol dire che non saranno predisposti controlli accurati sulla sicurezza di questi prodotti – come appunto farà l’Efsa – che, è bene ricordarlo, al momento non saranno utilizzati a scopi alimentari. Quanto al nostro Paese, siamo ancora in attesa dell’entrata in vigore del nuovo Codice agricolo nazionale che dovrebbe fare ordine sull’argomento. Il sistema normativo, la cui entrata in vigore era prevista per lo scorso mese di febbraio, è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri lo scorso dicembre. Dopo aver ricevuto il parere delle commissioni parlamentari Agricoltura di Camera e Senato, a breve dovrà acquisire il parere del Consiglio di Stato – sezione normativa (che si è riunito il 17 febbraio 2010). Per l’approvazione definitiva del testo e la sua conseguente entrata in vigore dovremmo quindi aspettare solo il parere della Conferenza Unificata. Una volta ricevuto l’ok finale il nostro Paese avrà finalmente a disposizione un unico codice normativo di riferimento che riguarderà tutta l’attività agricola, comprese le coltivazioni di OGM.
Rosamaria Freda