Ogm in Friuli Venezia Giulia, la questione non è ancora chiusa. Le associazioni ambientaliste e a favore dell’agricoltura biologica esigono che venga fatta chiarezza riguardo al rispetto delle indicazioni espresse dalla Regione riguardo alla raccolta del mais geneticamente modificato seminato nei mesi scorsi da Silvano Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra.
Ogm in Friuli Venezia Giulia, la questione non è ancora chiusa. Il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando esige che venga fatta chiarezza riguardo al rispetto delle indicazioni espresse dalla Regione Friuli sulla raccolta del mais geneticamente modificato seminato nei mesi scorsi da Silvano Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra. In caso di comprovati danni ambientali, dovranno essere applicate le sanzioni previste. All’appello si uniscono le maggiori associazioni ambientaliste italiane.
Il mais Ogm era stato seminato a giugno e ad aprile nella località di Vivaro, in provincia di Pordenone, approfittando del vuoto normativo italiano, poi colmato almeno in parte dal decreto interministeriale che vieta la semina del mais Ogm Mon810 di Monsanto. Nonostante il provvedimento, la coltivazione di mais Ogm è proseguita in Friuli e il mais geneticamente modificato è giunto a maturazione.
Lo scorso 23 settembre, la Regione Friuli ha inviato a Dalla Libera un documento contenente le raccomandazioni per la raccolta del mais Ogm, sottolineando che “La messa in coltura di varietà di mais iscritte nel catalogo comune europeo è da considerarsi libera”. L’affermazione ha destato forti preoccupazioni tra gli ambientalisti.
Il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando si è rivolto così al Presidente della Regione Friuli Debora Serracchiani: “Allo scopo di assicurare una completa attuazione del divieto di coltivazione del mais MON 810 imposto dal decreto 12 luglio 2013 nella Regione Friuli Venezia Giulia, ove il mais geneticamente modificato in questione è coltivato, si chiede di conoscere con quali modalità la Regione intenda procedere, stante l’eventualità di dover anche dar seguito all’applicazione alle sanzioni previste dagli artt. 35 e 36 del decreto legislativo n. 224/2003 e alla bonifica, al ripristino ambientale e al risarcimento ai sensi del decreto legislativo n. 152/2006, qualora sia accertato un effettivo danno ambientale conseguente alla coltivazione del mais MON 810″.
Il Ministro ricorda che il decreto interministeriale per vietare la semina di Ogm è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 10 agosto, e che sarà valido fino all’adozione di misure comunitarie di cui all’articolo 54, comma 3, del Regolamento (Ce) 178/2002 del 28 gennaio 2002 per un periodo di diciotto mesi dalla data di pubblicazione.
L’intervento del Ministro è stato ben accolto da alcuni parlamentari. La deputata Susanna Cenni ha dichiarato: “Ci conforta l’intervento del Ministro dell’Ambiente che evidenzia come il decreto assunto dal Governo sia chiaro e le istituzioni tutte debbano adoperarsi affinché ove la norma venga violata, si circoscrivano e si sanzionino i danni ambientali“. Ciò che continua a preoccupare sono le contaminazioni dei campi circostanti alle coltivazioni di mais Ogm, ormai di dichiarate ufficiali nel corso della riunione della Task Force No Ogm dello scorso 4 ottobre da parte dei rappresentanti del Corpo Forestale Dello Stato.
Le associazioni AIAB, APROBIO, ISDE, Legambiente e WWF hanno inviato a propria volta una richiesta alla Presidente Serracchiani e all’Assessore Bolzonello per appurare se e come sia stata verificata l’ottemperanza, da parte di Silvano Dalla Libera, delle raccomandazioni per la raccolta del mais Mon810 contenute nell’ordinanza del 23 settembre scorso, a firma del Direttore del Servizio del Corpo Forestale Regionale. Le associazioni chiedono inoltre aggiornamenti sulla procedura sanzionatoria a carico di Dalla Libera per tardata segnalazione della semina (le semine di mais Ogm avvenuto lo scorso aprile sono state rese note pubblicamente soltanto ad agosto).
Il gruppo di associazioni ha recapitato il seguente messaggio: “Le scriventi associazioni chiedono se e come sia stata verificata l’ottemperanza, da parte del Sig. Dalla Libera, delle raccomandazioni per la raccolta del mais Mon 810 contenute nell’ordinanza del 23 settembre u.s. A firma del Direttore del Servizio del Corpo Forestale Regionale. Cogliamo l’occasione anche per chiedere aggiornamenti sulla procedura sanzionatoria a carico del Sig. Dalla Libera per tardata segnalazione semina”.
Il termine massimo di efficacia del decreto è stato fissato in diciotto mesi per consentire l’adozione di misure regionali di gestione finalizzate alla totale tutela dell’agrobiodiversità e dell’ambiente. Ci si attende dunque che la Regione Friuli agisca a favore della biodiversità agro-alimentare italiana e intervenga per bloccare le semine e le coltivazioni di mais Ogm che ormai da alcuni anni avvengono sul territorio regionale senza un intervento diretto per bloccarle da parte delle autorità.
Marta Albè
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