L'Europa si avvia a deregolamentare i nuovi OGM, la votazione finale sarà a febbraio ma un primo passo è già stato fatto dalla Commissione Ambiente. Le preoccupazioni per questa decisione, però, sono molte, in primis le possibili violazioni dei diritti di agricoltori e consumatori
La Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha votato nei giorni scorsi una proposta legislativa che potrebbe segnare la fine dell’etichettatura degli alimenti provenienti dai nuovi Organismi Geneticamente Modificati (OGM), noti come NGT.
La controversa decisione prevede che la maggior parte dei nuovi OGM, prodotti attraverso le nuove tecniche di selezione, non sarà sottoposta a valutazione del rischio né tracciabilità, aprendo la strada a una deregolamentazione che preoccupa sia consumatori che produttori biologici.
La seduta ha visto il voto di oltre 1.000 emendamenti presentati dai diversi gruppi politici. La decisione sui nuovi OGM, adottata con 47 voti favorevoli, 31 contrari e 4 astenuti, sembra voler regolamentare le nuove tecniche genomiche ma molti la interpretano invece come una forma di deregolamentazione.
La maggior parte degli OGM ottenuti tramite queste nuove tecniche sarà infatti considerata equivalente alle piante selezionate in modo tradizionale, escludendo così valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura informativa per i consumatori.
Nello specifico, la proposta prevede la creazione di due categorie di OGM, quelle ottenute dalle nuove tecniche genomiche (NGT), note in Italia come Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea), che “potrebbero anche essere presenti in natura o prodotte tramite riproduzione convenzionale” (categoria 1); e quelle che includono organismi con modifiche genetiche più estese (categoria 2), in cui sono state inserite sequenze di Dna più lunghe della soglia limite.
Per la categoria 1, si richiede solo una notifica di messa in commercio alle autorità, senza valutazione del rischio e con la possibilità di mantenere confidenziali le informazioni. Per la “categoria 2”, invece, rimarrà l’obbligo di etichettatura ma senza un piano di monitoraggio specifico.
Uno degli aspetti più preoccupanti è il potenziale impatto sulla produzione biologica, con la possibilità di contaminazione delle colture bio da parte di OGM non etichettati. Le normative attuali sul biologico vietano gli OGM, ma in assenza di tracciabilità, i produttori biologici potrebbero perdere la fiducia dei consumatori, poiché sarà difficile garantire l’assenza di contaminazione nelle loro coltivazioni.
Il processo legislativo è stato definito “insolitamente rapido” da alcuni rappresentanti che accusano le lobby di esercitare pressioni a scapito del dibattito democratico. La mancanza di tempo per coinvolgere esperti scientifici specializzati in questa materia è stata criticata da alcuni deputati, sottolineando la complessità della questione.
Il 6 febbraio, prima del voto in plenaria, è previsto un incontro a Strasburgo tra gli oppositori del testo, inclusi numerosi rappresentanti di ONG francesi ed europee. La decisione finale spetterà comunque al Consiglio.
Nel frattempo, un’analisi di Greenpeace fa notare alcuni aspetti controversi della deregolamentazione.
L’organizzazione avverte che le decisioni sui nuovi OGM potrebbero violare le norme costituzionali dell’Unione europea, compromettendo la valutazione dei rischi, l’etichettatura e la tracciabilità ma soprattutto sono una minaccia ai diritti fondamentali degli agricoltori, alla proprietà e alla libertà d’impresa, poiché la proposta non offre una protezione sufficiente contro la contaminazione delle colture con nuovi OGM ottenuti attraverso le NGT.
Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia, sottolinea che:
decenni di progressi nell’Unione Europea in materia di diritti degli agricoltori e di protezione della salute delle persone e dell’ambiente non possono e non devono essere cancellati in nome dei profitti dell’industria biotecnologica.
Anche alcune autorità europee avvertono dei potenziali rischi di questa deregolamentazione. L’Agenzia federale tedesca per la conservazione della natura (BfN) sottolinea il potenziale rischio, paragonabile o addirittura maggiore, dei nuovi OGM rispetto a quelli prodotti con l’ingegneria genetica di prima generazione. Anche l’Agenzia nazionale francese per l’alimentazione, l’ambiente e la salute e la sicurezza sul lavoro (ANSES) ha evidenziato rischi non adeguatamente considerati nella proposta europea.
Staremo a vedere la decisione definitiva sui nuovi OMG che prenderà a breve la plenaria del Parlamento europeo.
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Fonte: Que Choisir / Greenpeace
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