Nuovi OGM, il primo campo sperimentale di riso ‘Tea’ è stato distrutto

Nella notte tra giovedì 20 e venerdì 21 giugno, il primo campo sperimentale del riso ‘Tea’, coltivato con le ‘Tecniche di Evoluzione Assistita’, è stato distrutto da ignoti. L’atto blocca, almeno per ora, il tentativo di verificare la fattibilità (comunque controversa) dei cosiddetti ‘Nuovi OGM’

La sperimentazione sui ‘Nuovi OGM’ in Italia era partita a maggio ma è stata bruscamente interrotta nella notte tra giovedì 20 e venerdì 21 giugno, quando ignoti hanno completamente distrutto il primo campo sperimentale del riso ‘Tea’, coltivato con le ‘Tecniche di Evoluzione Assistita

A Mezzana Bigli, in Lomellina (provincia di Pavia), era iniziata lo scorso mese di maggio la prima sperimentazione in campo di organismi geneticamente modificati mediante le TEA (Tecniche di evoluzione assistita), i cosiddetti nuovi OGM.

Nel caso specifico l’oggetto della sperimentazione era il riso cultivar Telemaco RIS8imo, modificato dall’Università degli Studi di Milano per rendere le piante più resistenti al fungo responsabile del brusone, principale patologia del riso.

Come si legge sul sito della Regione Lombardia, le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita), grazie al miglioramento genetico, permettono di ottenere piante più resistenti alle malattie e più adatte ad affrontare anche gli effetti del cambiamento climatico, riducendo l’uso di pesticidi e fitofarmaci e razionalizzando l’impiego di acqua.

Un’iniziativa che segnava un momento di svolta nel panorama agricolo italiano ma comunque controversa dato che era partita, tra l’altro, senza attendere l’approvazione delle nuove regole da parte dell’Unione Europea.

Leggi anche: Nuovi Ogm: parte in Italia la prima sperimentazione sul riso (mentre l’Ue deve ancora stabilire il regolamento)

Ma ora tutto è andato distrutto.

campo sperimentale riso tea distrutto

©Regione Lombardia

Non parliamo di atto vandalico – commenta Alessandro Beduschi, assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste – Si tratta di un gesto criminale. Un atto che compromette una sperimentazione che per primi in Italia eravamo riusciti ad avviare con uno sforzo politico importante. Unendo nel progetto le migliori competenze scientifiche sulla materia. Non ci sono commenti per condannare il gesto di chi, pensando di distruggere un piccolo campo di 28 metri quadri, ha bloccato anni di studi che finalmente potevano essere applicati in concreto

La Regione intende denunciare l’accaduto alle autorità per risalire ai responsabili. Mentre non sappiamo se la sperimentazione potrà ripartire, di certo, comunque, non in tempi brevi.

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Fonte: Regione Lombardia

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