I coltivatori calabresi di nocciole dopo il NO a Ferrero puntano tutto sul territorio per valorizzare l’eccellenza della “Tonda”

Dopo aver detto no alla Ferrero che voleva acquistare le nocciole per la produzione di Nutella, i produttori di Tonda calabrese puntano a trasformare direttamente sul territorio il proprio prodotto d'eccellenza

Ferrero ha tentato di convincere i produttori calabresi a vendere le loro nocciole, o meglio la loro prestigiosa Tonda calabrese per la produzione di Nutella. Cosa proponeva la multinazionale? Un contratto ventennale ovviamente svantaggioso per i produttori ma che soprattutto sminuiva un prodotto d’eccellenza del loro territorio.

La Ferrero, che importa gran parte delle nocciole dalla Turchia, ha deciso nel corso degli ultimi anni di favorire l’acquisto di nocciole italiane con il “Progetto nocciola Italia” ma, più volte, si è vista rispondere un secco no da parte dei coltivatori e dei consorzi.

Abbiamo già parlato ad esempio delle rimostranze dei coltivatori del territorio del Valdarno, preoccupati dei diversi svantaggi delle coltivazioni intensive di nocciole per la salute e l’ambiente. Leggi anche: Nocciole italiane cercansi per la Nutella, ma il prezzo da pagare per tutti noi sarà molto alto

Così come anche della posizione della Calabria: Il consorzio delle nocciole dice no a Ferrero in Calabria: “non svendiamo le nocciole alle multinazionali

I produttori calabresi tornano ora sulla questione “nocciole” ribadendo il secco NO dato in risposta al contratto proposto dalla Ferrero agli agricoltori. L’alternativa che si è scelta di utilizzare per valorizzare questo prodotto d’eccellenza è un impianto locale e autonomo per la lavorazione delle nocciole.

Come ha dichiarato il presidente del Consorzio per la valorizzazione e tutela della nocciola di Calabria, Giuseppe Rotiroti:

Il nostro è un prodotto di nicchia. Ferrero acquista prevalentemente nocciole provenienti dalla Turchia, circa il 70% di quelle che utilizza. Noi non vogliamo mettere la Tonda calabrese nella massa. Ferrero ci aveva proposto contratti ventennali per comprare le nostre nocciole con contratti a prezzi di mercato. Vogliamo, invece, valorizzarne l’identità e vogliamo che i consumatori vengano qui per comprare il prodotto.

I progetti per la Tonda calabrese sono dunque ben lontani dalla possibilità di svenderla per la produzione di Nutella.

È già stato annunciato il progetto per realizzare un impianto locale di trasformazione della nocciola che costerà 500 mila euro e in cui saranno impiegati almeno 10 lavoratori.

Come ha dichiarato Rotiroti:

Non abbiamo la possibilità di chiudere la filiera con la trasformazione. Mandavano le nocciole nel Centro-Nord e ci rimandano il semilavorato. Tutto questo vogliamo farlo qui, fra Cardinale e Torre Ruggiero”. 

Una soluzione che avrebbe notevoli vantaggi:

La trasformazione sul posto della nocciola, costituirà un ulteriore passaggio di un processo virtuoso per la Tonda calabrese avviato con la costituzione, nel 2008, del Consorzio di Valorizzazione e Tutela Nocciola di Calabria e proseguito con l’accelerazione impressa, in tempi più recenti dall’Ats – Associazione dei produttori Tonda di Calabria bio. La realizzazione di quest’intervento consentirebbe di rafforzare la filiera già esistente e di accrescerla, così come consentirebbe di aumentare il valore del prodotto, di diminuire i costi di produzione e di affacciarsi a nuovi mercati.

Fonti: La Nuova Calabria / Corriere della Calabria

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