Monsanto non gode di buona reputazione in Europa e allora cerca di farsi strada sempre più nei Paesi in via di sviluppo dove le coltivazioni di Ogm negli ultimi anni si stanno diffondendo a macchia d’olio.
Monsanto non gode di buona reputazione in Europa e allora cerca di farsi strada sempre più nei Paesi in via di sviluppo dove le coltivazioni di Ogm negli ultimi anni si stanno diffondendo a macchia d’olio.
L’Agenzia nazionale per la gestione della biosicurezza (NBMA) – che regola la biotecnologia in Nigeria – ha rilasciato due nuovi permessi a Monsanto per il commercio e il posizionamento sul mercato del cotone Ogm e per coltivazioni di prova di mais Ogm.
I due permessi sono stati firmati da Rufus Ebegba, direttore generale dell’NBMA, durante un giorno festivo (il 1° maggio 2016) senza rispettare la volontà degli abitanti del Paese e gli accordi precedenti.
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I permessi sono stati rilasciati anche se il ministro per l’Ambiente Ibrahim Jibril aveva dichiarato che la Nigeria non avrebbe mai ceduto la sicurezza dei propri cittadini in cambio dell’introduzione di prodotti non approvati dal Paese e dalla popolazione.
L’accaduto ha scatenato la reazione di 5 milioni di abitanti e di 100 organizzazioni di rappresentanza, compresi agricoltori, associazioni religiose, studenti, gruppi della società civile e comunità locali.
Le organizzazioni contrarie agli OGM hanno già espresso i rischi sanitari e ambientali delle coltivazioni geneticamente modificato e hanno ricordato che gli Ogm di Monsanto sono stati progettati per resistere all’erbicida Roundup a base di glifosato, sostanza che l’Organizzazione mondiale della Sanità per la ricerca sul cancro (IARC) ha dichiarato come probabile cancerogeno per l’uomo a marzo 2015.
Secondo la Mother Earth Foundation, la NBMA ha fatto di tutto per ingannare i nigeriani e per sostenere che gli Ogm siano sicuri per la salute e per l’ambiente e ha emesso i nuovi permessi per Monsanto in una giornata festiva, quando gli uffici sono chiusi al pubblico.
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La NBMA in Nigeria si starebbe occupando soltanto di favorire il profitto degli imprenditori biotech senza tenere conto delle conseguenze per la salute e per l’ambiente della coltivazione degli Ogm e della loro commercializzazione. Le preoccupazioni riguardano soprattutto l’utilizzo da parte di Monsanto di geni marcatori resistenti agli antibiotici e il potenziale trasferimento della resistenza stessa ad altri esseri viventi. Sotto accusa troviamo il gene marcatore ARMG che dovrebbe essere utilizzato solo nelle coltivazioni sperimentali e non per i prodotti agricoli destinati al commercio.
Dal canto proprio l’NBMA smentisce che esistano prove certe della pericolosità degli OGM per la salute. Eppure la valutazione dello IARC parla chiaro e un nuovo studio ha associato l’utilizzo del glifosato in agricoltura all’insorgere dell’artrite reumatoide. Non sappiamo se la Nigeria ascolterà il volere dei cittadini e si opporrà agli OGM ma speriamo che almeno l’Europa apra gli occhi per tutelare tutti noi. La Commissione Europea si esprimerà sul glifosato il prossimo 23 giugno.
Marta Albè