“Mercanti di veleno”: il report sul glifosato che svela come le lobby dei pesticidi manipolano le ricerche su Google

Un nuovo rapporto Usa dal titolo emblematico, "Merchants of Poison: How Monsanto Sold the World on a Toxic Pesticide" (Mercanti di veleno: come la Monsanto ha venduto al mondo un pesticida tossico) ci illumina sulle tattiche grazie alle quali le lobby dei pesticidi (in particolare Monsanto) riescono ad ottenere quello che vogliono

Parliamo di disinformazione, negazione della scienza e falsa sensazione di sicurezza relativamente ad alcuni pesticidi che ormai sono ritenuti comunemente tossici e di cui andrebbe vietato l’utilizzo, in primis il glifosato (e il prodotto Roundup® che lo contiene) su cui è incentrato il nuovo report Usa.

L’indagine, realizzata da Stacy Malkan,  Kendra Klein e Anna Lappé e pubblicata per Us Right to Know, è la prima revisione completa e dettagliata dell’enorme strategia di difesa del glifosato messa in campo dalla Monsanto (ora di proprietà di Bayer).

Questa comprende le tattiche di disinformazione utilizzate per manipolare la scienza e attaccare esperti, giornalisti e ambientalisti che hanno sollevato preoccupazioni sui rischi per la salute e per l’ambiente del prodotto di punta della Monsanto che, lo ricordiamo, è ancora l’erbicida più utilizzato al mondo.

Il rapporto rivela anche le operazioni di astroturfing (tecnica di marketing che consiste nel far sembrare spontaneo e naturale il consenso) oltre che l’esistenza di gruppi di facciata, professori, giornalisti e altri professionisti su cui la Monsanto poteva contare per proteggere il glifosato (e soprattutto i profitti che con esso faceva la multinazionale), nonostante le tantissime ricerche che ormai da anni lo collegano al cancro e ad altri gravi problemi di salute.

L’analisi si serve di migliaia di pagine di documenti aziendali interni rilasciati durante azioni legali intentate da agricoltori, giardinieri e comuni cittadini che hanno trascinato la Monsanto in tribunale con l’accusa di aver causato loro il cancro, in seguito all’utilizzo e quindi all’esposizione a lungo termine al Roundup.

Il report comprende anche documenti ottenuti tramite richieste di registri pubblici, parte di un’indagine durata anni e condotta da US Right to Know, un gruppo di ricerca statunitense di interesse pubblico.

Come Monsanto ha manipolato l’informazione online

Il report afferma che è già dal 2002 che la Monsanto lavora per manipolare l’informazione online, del resto è tramite il web che ormai la maggior parte delle persone a livello globale si informano.

Nel 2002, l’allora direttore della diffusione Internet di Monsanto, Jay Byrne, ha influenzato i dibattiti online sui cibi Ogm grazie all’aiuto di falsi utenti, persone che non erano reali ma che intervenivano con messaggi che davano contro agli scienziati anti-Ogm.

Come si legge nel rapporto, Monsanto aveva molti alleati nella sua strategia volta a difendere anche i suoi prodotti più indifendibili, come appunto il Roundup. E la presenza di questi “alleati” faceva sì che non si risalisse minimamente a chi vi era dietro.

I motori di ricerca, infatti, riportavano fonti che sembravano assolutamente indipendenti e anche gli utenti che commentavano erano, almeno apparentemente, spontanei.

La Monsanto aveva dalla sua parte siti web “scientifici” che la difendevano a spada tratta. Come si legge sul sito US Right to Know:

Chiunque cerchi articoli di notizie che spieghino la scoperta del gruppo di ricerca indipendente sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), secondo cui il glifosato è un probabile cancerogeno per l’uomo, potrebbe provare a cercare i termini “IARC e glifosato” in Google News. Se lo avessero fatto il 14 ottobre 2021, avrebbero scoperto che quattro dei primi 10 risultati provenivano da una fonte: l‘American Council on Science and Health (ACSH), un noto gruppo di facciata del settore. I titoli di quegli articoli ACSH includevano “L’imperatore – IARC – non ha vestiti” e “Il glifosato non provoca il cancro”.Come riportato nella Tattica 3, e-mail interne stabiliscono che la Monsanto aveva pagato ACSH per cercare di screditare le scoperte della IARC sulla cancerogenicità del glifosato.

Un altro sito “alleato” è Science 2.0,  collegato ad ACSH, e che si autopromuove con lo slogan “I migliori scienziati del mondo. I lettori più intelligenti di Internet”. Il suo proprietario –  spiegano gli autori del rapporto – Hank Campbell, è stato presidente dell’ACSH, finanziato dalla Monsanto dal 2015 al dicembre 2018.

Nel 2018, Campbell ha ampliato il suo portfolio di siti Web incentrati sulla scienza quando ha convertito Science 2.0 in un’organizzazione no profit e ha acquisito un altro popolare sito Web di blog, ScienceBlogs.com.

Tutti questi siti Web “scientifici”, inclusi Science 2.0, Science Codex e ScienceBlogs, hanno promosso in modo incrociato gli altri e il sito Web di ACSH con contenuti che promuovono e difendono pesticidi e altri prodotti realizzati da aziende che finanziano ACSH, tra cui Monsanto.

Per quanto riguarda le ricerche su Google News gli autori del rapporto scrivono:

In un periodo di tre anni dal 2019 al 2021 abbiamo condotto più ricerche di parole chiave su argomenti relativi al glifosato, altri pesticidi e alimenti geneticamente modificati e abbiamo scoperto che un piccolo gruppo di ‘comunicatori scientifici’ collegati alla Monsanto ha dominato l’algoritmo per le ricerche di Google News, portando a risultati di alto livello. (Queste ricerche sono state condotte su nuovi browser senza cronologia delle ricerche).

Il report riporta tantissime altre informazioni e prove schiaccianti che è difficile riassumere in un solo articolo (se volete leggerlo intregralmente lo trovate QUI). Ma il quadro già presentato non lascia spazio a dubbi: Monsanto ha lavorato davvero bene e pagato profumatamente, per decenni, pur di difendere il suo Roundup dagli attacchi di chi, giustamente, voleva screditarlo.

Come ha dichiarato Kendra Klein, PhD, vicedirettore per la scienza di Friends of the Earth che ha anche contribuito alla stesura del rapporto:

Le aziende di pesticidi combattono con le unghie e con i denti per mantenere i loro prodotti tossici sul mercato e il pubblico paga per il loro inganno con la salute e la vita. Nel frattempo, l’uso dilagante di pesticidi tossici sta disfacendo la rete della vita mentre api, uccelli e altre biodiversità critiche affrontano crescenti minacce di estinzione. La ‘primavera silenziosa’ di cui Rachel Carson ha avvertito sei decenni fa è qui.

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Fonte: Us Right to Know

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