Matrina, il finto fertilizzantte naturale che mette in pericolo il biologico. Il biologico è di nuovo al centro dell'attenzione dei media nelle ultime ore, purtroppo per via di una questione molto spinosa: il commercio di finti fertilizzanti naturali, che rischia di mettere in pericolo l'agricoltura biologica. La speranza è che gli agricoltori che credono davvero in un'agricoltura rispettosa dell'ambiente e della salute non cadano in trappole e truffe.
Il biologico è di nuovo al centro dell’attenzione dei media nelle ultime ore, purtroppo per via di una questione molto spinosa: il commercio di finti fertilizzanti naturali, che rischia di mettere in pericolo l’agricoltura biologica. La speranza è che gli agricoltori che credono davvero in un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e della salute non cadano in trappole e truffe.
L’agricoltura biologica è la vittima più vulnerabile di una truffa che riguarda la matrina, un fertilizzante di origine vegetale altamente tossico sia per l’uomo che per l’ambiente e gli animali. La dicitura “100% Organic” presente su questo fertilizzante proveniente dall’estero avrebbe permesso al prodotto di saltare numerosi controlli.
La segnalazione è partita da FederBio e ha dato il via all’operazione Mela Stregata da parte della Guardia di Finanza e dell’Icqfr, l’Ispettorato centro della tutela della qualità e repressione frodi agro-alimentari. L’operazione ha portato al sequestro di 65 tonnellate di falsi fertilizzanti naturali a base di matrina, una sostanza molto dannosa, di cui è vietato il commercio in Europa.
I fertilizzanti a base di matrina pare fossero destinati soprattutto al settore dell’agricoltura biologica, a mero vantaggio dei commercianti disonesti che se li avessero messe sul mercato avrebbero ottenuto un fatturato di ben 3,5 milioni di euro.
I prodotti sequestrati provenivano dalla Cina e dall’India, sono stati stoccati dalla ditta Icas di Milano e la loro vendita avrebbe potuto interessare mezza Italia, come ha spiegato Luciano Atzori, consulente e segretario dell’Ordine nazionale dei biologi. Nei mesi scorsi le indagini hanno riguardato anche la Puglia e la Sardegna.
Gli agricoltori, in buona fede, rischiavano di farsi trarre in inganno dal termine “naturale”. È vero che la matrina viene estratta da una radice, ma ciò non significa che sia innocua. Un po’ come potrebbe accadere con i funghi velenosi e con le piante non commestibili. La matrina è pericolosa poiché è neurotossica. Provoca una vera e propria sindrome da avvelenamento, con tremori, perdita dell’equilibrio e disturbi intestinali, fino alla morte per blocco della respirazione.
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È chiaro il pericolo sia per gli agricoltori che per i consumatori, dato che in base al parere degli esperti l’esposizione alla matrina può causare tossicità cronica. Proprio per ingannare gli agricoltori i prodotti a base di matrina erano pronti alla vendita come estratti naturali e organici di origine vegetale. Se la truffa non fosse stata sventata, ora agricoltori ignari starebbero utilizzando un fertilizzante molto pericoloso. Per evitare problemi in futuro, sarà necessario rafforzare la normativa vigente.
Bisogna ricordare che le aziende bio vengono sottoposte ad un numero di controlli superiore rispetto alle realtà convenzionali. Anche per questo motivo è più semplice scoprire le irregolarità. Chi sceglie biologico ha l’opportunità di optare per piccole aziende che di solito sono molto aperte all’incontro con i consumatori, al confronto e a dare dimostrazione della bontà del proprio operato.
Per questo del bio vogliamo continuare a fidarci, nella speranza che ogni tipo di truffa, che purtroppo colpisce anche questo settore mirando soprattutto al guadagno facile, venga sventato al più presto. Chi ha interesse ad infangare il nome del biologico proprio ora che la scienza ha confermato che i prodotti bio contengono più antiossidanti e meno residui di pesticidi e metalli pesanti tossici come cadmio e mercurio?
Marta Albè
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