Niente da fare per l'agricolture friulano che anni fa aveva seminato il mais Ogm prodotto dalla multinazionale Monsanto. Dopo lo stop alla coltivazione imposto dal Friuli-Venezia Giulia, è arrivata la sentenza della Corte di Giustizia Ue che conferma l'illegittimità della coltivazione
Ricordate la vicenda dell’agricoltore friulano che aveva piantato mais geneticamente modificato in un campo a Colloredo di Monte Albano (Udine)? La sua vicenda, iniziata nel 2015, aveva fatto parecchio scalpore nel nostro Paese, visto che in Italia questo tipo di coltivazione non è consentita dalla legge nazionale, nè da quella regionale.
Lo scorso anno al contadino, noto per le sue battaglie pro-Ogm, era stato proibito di continuare con le coltivazioni illegali e gli era stata imposta la distruzione delle piante da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. A Colloredo di Monte Albano, Fidenato ha seminato ben 7000 metri quadrati a Mon810, il controverso mais transgenico prodotto dall multinazionale americana Monsanto (oggi Bayer), super resistente ai parassiti e da anni coltivato in maniera intensiva negli Usa.
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Ma di fronte all’imposizione da parte del ministero, il cittadino friulano, che si è beccato anche una multa, non si è mai arreso e ha fatto ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione europea. Adesso, però, è finalmente arrivata la decisione dell’Ue che ha confermato quanto deciso dalle istituzioni del nostro Paese.
Secondo la Corte, il divieto di coltivare mais geneticamente modificato previsto dalla legge regionale del Friuli-Venezia Giulia non è contrario al diritto dell’Ue, se ha lo scopo di evitare la presenza accidentale di Ogm in altri prodotti e se risulta necessario e proporzionato all’obiettivo. E la valutazione del singolo caso spetta dunque al giudice nazionale.
Questa sentenza conferma una scelta lungimirante della precedente amministrazione regionale attraverso una legge finalizzata a valorizzazione in agricoltura le biodiversità e tipicità del nostro territorio, chiudendo alle colture geneticamente modificate. – ha commentato il consigliere regionale ed ex assessore all’Agricoltura Sergio Bolzonello – Come avevo dichiarato nel 2015 non eravamo mossi dal pregiudizio ideologicoma solo dalla convinzione che il nostro territorio non avrebbe potuto tollerare la coltivazione di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) senza intaccare l’autenticità e la tipicità dei prodotti locali, che sono una nostra grande ricchezza.
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Fonti: Ansa/Sergio Bolzonello (Facebook)
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