Gli agricoltori cinesi hanno dato inizio ad una forte azione di protesta contro il land grabbing. Per la necessità di costruire nuove strade i loro terreni sono stati espropriati ed ora al posto dei campi troviamo l’asfalto. Insieme hanno dunque deciso di ricoprire le strade spargendo dei chicchi di mais.
Gli agricoltori cinesi hanno dato inizio ad una forte azione di protesta contro il land grabbing. Per la necessità di costruire nuove strade i loro terreni sono stati espropriati ed ora al posto dei campi troviamo l’asfalto. Insieme hanno dunque deciso di ricoprire le strade spargendo dei chicchi di mais.
Il loro intervento ha messo in difficoltà il traffico della zona. Gli agricoltori hanno pensato di unire la protesta a qualcosa di utile per la loro attività. Il calore dell’asfalto li aiuta infatti nell’asciugatura e nell’essiccazione dei chicchi di mais.
Le immagini sono state scattate lungo la Kexue Main Road, vicino a Zhengzhou City. Dall’alto e da lontano le strade sembrano ricoperte d’oro. Ma uno sguardo più ravvicinato rivela ciò che sta succedendo. Gli agricoltori stanno cercando di ricoprire di mais almeno due terzi di un tratto di strada della lunghezza di 5 chilometri.
La loro speranza è per lo meno di portare a termine l’essiccazione dei chicchi di mais rapidamente, dato che sanno che i terreni sottratti non potranno essere restituiti. E per proteggere i preziosi chicchi dorati dal traffico hanno creato delle barriere con ciò che avevano a disposizione, come bottiglie di birra, sacchi e coni stradali.
I mezzi di trasporto che si trovano lungo la strada sono costretti a rallentare e ad impegnarsi per evitare degli ostacoli inaspettati. Purtroppo, gli agricoltori rischiano comunque che una parte del raccolto vada perduta o rovinata, per via delle distrazioni degli automobilisti. Inoltre, temono ritorsioni e interventi da parte delle autorità locali.
Gli agricoltori sono stati interpellati sulle motivazioni della loro scelta e hanno spiegato che il mais steso sull’asfalto asciuga facilmente in un paio di giorni. Così può essere confezionato e preparato per la vendita in tempi brevi. Le loro ragioni comunque non sono soltanto economiche:
“Questa una volta era la nostra terra e chi doveva costruire strade e fabbriche semplicemente è venuto qui e ce l’ha portata via, che l’ha rubata. Stiamo soltanto facendo asciugare il mais sulla nostra terra”.
Ecco una delle conseguenze dell’avanzata sconsiderata del cemento e delle espropriazioni di terreni: gli agricoltori non hanno abbastanza spazio per occuparsi come si deve di quanto raccolto. Una riprova che chi progetta di ingrandire le aree urbane non sempre prende in considerazione le esigenze dell’agricoltura.
Marta Albè
Fonte foto: news.163.com
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