La Task force contro gli OGM passa all’attacco contro il campo di mais OGM in Friuli

In Italia c’è un campo di mais OGM. Si trova in Friuli, nel comune di Fanna, in provincia di Pordenone, e si tratta del tipo MON810, un mais transgenico brevettato dalla Monsanto. Lo aveva denunciato una lettera anonima dell'Ersa e lo hanno confermato ieri le analisi effettuate sui campioni prelevati nei giorni scorsi da Greenpeace e fatte da un laboratorio certificato.

In Italia c’è un campo di mais OGM. Si trova in Friuli, nel comune di Fanna, in provincia di Pordenone, e si tratta del tipo MON810, un mais transgenico brevettato dalla Monsanto. Lo aveva denunciato una lettera anonima dell’Ersa e lo hanno confermato ieri le analisi effettuate sui campioni prelevati nei giorni scorsi da Greenpeace e fatte da un laboratorio certificato.

Un risultato che ha messo in evidenza non solo la pericolosità dell’esistenza di un campo Ogm, ma anche l’illegalità dell’iniziativa, che viola il decreto legislativo del 2001 in cui si prevede la necessità di una particolare autorizzazione per la loro semina. Senza di questa si rischia la pena dell’arresto, da sei mesi a tre anni, o una multa che può toccare i 51.700 euro.

Come se non bastasse, il decreto che lo scorso aprile hanno firmato i Ministri di agricoltura, salute e ambiente, vieta proprio di coltivare mais OGM MON810 in Friuli, con l’obiettivo di garantire i prodotti tradizionali e biologici dalla contaminazione.

Greenpeace ha scoperto in pochi giorni quello che le autorità avrebbero dovuto dire da tempo, rivelando la fonte della contaminazione transgenica. Siamo di fronte a un atto assolutamente irresponsabile oltre che illegale». – ha detto Federica Ferrario, responsabile della campagna OGM di Greenpeace, lanciando l’allarme – Il mais è già completamente fiorito e da giorni sta disseminando il proprio polline sui campi adiacenti e su una vasta area, trasportato dal vento e dagli insetti. Il Procuratore di Pordenone, Antonio Delpino non può più perdere un solo minuto di tempo e deve porre fine a questa incomprensibile dilazione dei tempi. Va incriminato il responsabile di questa violazione e chi l’ha aiutato, e bisogna iniziare la conta dei danni legati a questo atto scellerato, che non devono certo ricadere sugli agricoltori onesti o sugli Enti pubblici”.

Con questo infatti, si tratta del secondo campo di mais transgenico identificato da Greenpeace negli ultimi giorni e questo lascia presagire la presenza di altri campi nelle vicinanze e forse, visto i controlli praticamente assenti, anche in altre regioni. A questo punto occorre una scelta decisa della autorità locali e nazionali per isolare e distruggere queste realtà così pericolose per la salute dell’uomo e per le coltivazioni tradizionali e biologiche.

Basta perdere tempo! La Procura di Pordenone ponga fine – ha continuato Ferrario – a questa contaminazione illegale e incrimini i responsabili e tutti i suoi possibili complici. Il rischio di una contaminazione di tutto il mais del Friuli deve essere scongiurato”.

In attesa di un intervento istituzionale però, questa mattina venti operatori di Greenpeace con un blitz nel campo hanno tagliato, isolato e messo in sicurezza le teste delle piante di mais OGM, che producono i pollini, grandi responsabili della contaminazione diffusa.

Nel frattempo, AIAB e Legambiente hanno invitato tutta la “Task Force per un’Italia Libera da Ogm” (cui fanno parte 27 associazioni tra cui Greenpeace, Coldiretti, WWF, AIAB e Slow Food) – a radunarsi davanti alla Prefettura di Pordenone per organizzare – a partire da oggi – un “Presidio della Legalità” e chiedere l’intervento della magistratura affinché intervenga subito per far rispettare la legge, ordinando la distruzione del campo di mais OGM.

Il biologico non può essere contaminato da Ogm – ha detto Andrea Ferrante, presidente di AIAB – Agricoltori fuorilegge stanno attentando all’integrità di uno dei settori di punta dell’agroalimentare italiano. Se non ci saranno atti immediati inizieremo tutte le azioni legali a difesa del nostro settore, sia contro chi ha seminato sia contro chi colpevolmente sta ritardando la distruzione dei campi ed in primis il Procuratore di Pordenone Delpino. È un tentativo ignobile quello di imporre gli Ogm, di forza, contra la volontà dei cittadini, degli agricoltori e della nostra legge”.

La conferma che quello seminato a Fanna è davvero mais OGM lascia del tutto sconcertati – ha fatto sapere il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – e ci rammarichiamo del tempo che è stato perso fino ad ora. Adesso confidiamo, come avvenne qualche anno fa in Piemonte, che l‘intervento sia rapido e risolutivo, che venga al più presto ristabilita la legalità e puniti i responsabili di questo atto assolutamente fuori legge. La posta in gioco è veramente alta, ne va del futuro dell’agricoltura italiana e della salute pubblica”.

“In Italia è vietato coltivare organismi geneticamente modificati (Ogm) e le trasgressioni sono punite con la pena dell’arresto da 6 mesi a tre anni o l’ammenda fino a 100 milioni di lire più la sanzione amministrativa da 15 a 90 milioni (D.Lgs. 24 aprile 2001 n. 212, Attuazione delle direttive 98/95/CE e 98/96/CE concernenti la commercializzazione dei prodotti sementieri, il catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole e relativi controlli)” – Ricorda la Coldiretti dal “Presidio della legalità” chiedendo alla magistratura di intervenire immediatamente per far rispettare la legge e ordinare la distruzione del campo nel comune di Fanna in cui sono state seminate illegalmente piante di mais geneticamente modificate (Ogm). “Ciò è assolutamente indispensabile – rileva la Coldiretti – per evitare che la maturazione del mais e la conseguente disseminazione di polline possa provocare una contaminazione che avrebbe un impatto devastante sull’ambiente, sulla fauna selvatica, su altri ambiti agricoli e che non potrebbe essere limitato ai confini amministrativi dei comuni o della regione coinvolta”.

La Task in generale, quindi, ribadisce “la necessità di un immediato ripristino della legalità ed esprime l’auspicio che l’iniziativa attuata possa rappresentare uno stimolo affinché le autorità competenti adottino finalmente provvedimenti formali per la raccolta e l’avvio alla distruzione di tutto il materiale vegetale contaminato. È infatti assurdo che in un Paese civile debbano muoversi le forze sociali per garantire l’applicazione delle leggi che lo Stato ha emanato e che i suoi organismi competenti non sono in grado di far rispettare”.

Attendiamo quindi che le istituzioni prendano subito decisioni risolutive. Ma nel frattempo proprio in queste ore, le forze dell’ordine sono sì intervenute, ma per bloccare i venti attivisti Greenpeace per arbitraria invasione di terreno agricolo che ora rischiano l’arresto.

«Hanno bloccato un lavoro di decontaminazione dell’area – sostiene Federica Ferrario, responsabile della campagna OGM di Greenpeace – che avrebbero dovuto effettuare loro già settimane fa. Queste piante OGM sono in fioritura e il loro polline sta contaminando il mais dei campi circostanti. Adesso chi pagherà i danni agli agricoltori friulani?».

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