La Nocciola del Piemonte è in crisi a causa del clima: il raccolto del 2024 è tra i peggiori degli ultimi anni

Il 2024 segna uno degli anni più bui per la nocciola del Piemonte la cui produzione è in crisi a causa delle condizioni climatiche avverse. Il raccolto è ridotto e di scarsa qualità, il che spinge le aziende dolciarie a cercare alternative all'estero

La pregiata nocciola del Piemonte è in crisi. Lo conferma la 165° edizione della Fiera della Nocciola di Castagnole Lanze da cui arrivano notizie non certo incoraggianti per il settore. La produzione di nocciole è infatti drasticamente ridotta e la qualità del raccolto è inferiore rispetto alla media degli ultimi anni.

Gli esperti, riuniti durante la tavola rotonda della fiera, hanno confermato che le condizioni climatiche avverse degli ultimi due anni, in particolare la prolungata siccità, hanno avuto un impatto devastante sulla produttività delle nocciole.

I frutti di quest’anno mostrano numerose imperfezioni dovute all’insorgenza di malattie causate da insetti patogeni come la cimice asiatica e da funghi come il “mal dello stacco”.

La raccolta è appena iniziata e, sebbene sia prematuro fare valutazioni definitive, siamo già consapevoli che questa sarà un’annata complicata – hanno dichiarato gli esperti del settore presenti al convegno.

Enrico Masenga, coordinatore tecnico della Confagricoltura di Asti, ha sottolineato l’urgenza di interventi politici per sostenere le aziende produttrici:

È cruciale investire nella sostituzione dei noccioleti anziani e nella formazione dei corilicoltori. Solo conoscendo a fondo i meccanismi fisiologici della pianta e le migliori tecniche di gestione possiamo mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e delle patologie emergenti.

Durante la fiera è stata anche comunicata la quotazione delle nocciole per l’annata 2024. Il prezzo fissato non è preciso ma variabile dai 320 ai 420 euro al quintale e non è adeguato, secondo i produttori. Come ha dichiarato il direttore di Asti Agricoltura Mariagrazia Baravalle:

Allo stato attuale, considerata la scarsità di produzione, avremmo sperato in quotazioni più elevate in modo tale da garantire un prezzo più remunerativo per i nostri corilicoltori che si trovano tutti gli anni a fronteggiare molteplici imprevisti come i repentini cambiamenti climatici e l’insorgenza di nuove patologie che colpiscono le piante. Auspichiamo sensibili aumenti nel corso del tempo. Confagricoltura continuerà a tenere accesi i riflettori sui prezzi, grazie anche alla puntuale attività svolta dalla Commissione per la rilevazione dei prezzi della Camera di Commercio di Alessandria – Asti.

Nel frattempo, in risposta a questa crisi, molte aziende dolciarie stanno cercando alternative. Per fronteggiare la scarsità e la qualità inferiore del prodotto locale, si rivolgono ad altre regioni e persino all’estero per soddisfare la domanda, il che ovviamente è un grave problema per il settore corilicolo piemontese, che si trova ad affrontare una concorrenza sempre più agguerrita.

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Fonte: Confagricoltura Asti

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