L'irrigazione a pivot centrale aiuta a risparmiare l'acqua. Ma gli ecosistemi ne sono danneggiati?
Non sono quadri, né cerchi nel grano lanciati dagli alieni per comunicarci che non siamo soli nell’universo. Queste particolari forme tondeggianti sui campi altro non sono altro che vedute dall’alto dei campi dove si utlizza l’irrigazione a pivot centrale, un’efficiente soluzione per annaffiare le colture che consente all’acqua di distribuirsi facilmente nelle colture a bassa pressione.
Se per caso vi ritrovate a sorvolare un grosso centro agricolo, specie negli States, non stupitevi se ne vedrete tanti. Nota anche come center pivot irrigation, tale tecnica nacque proprio negli Stati Uniti, e precisamente in Texas dove il contadino texano Frank Zybach nel 1940 ideò tale soluzione per far fronte alle difficoltà legate all’irrigazione dei suoi terreni.
La sua azienda agricola che si trovava vicino alla città di Dalhart, aveva la sfortuna di essere nel bel mezzo del Texas, in un’area molto secca. Visto che l’attività dava sostentamento a Zybach, era necessaria una soluzione che garantisse una corretta distribuzione dell’acqua nei campi. Detto fatto.
Bastava mettere in mezzo al campo un grosso meccanismo basato su un perno, da collegare poi all’acqua. Alcuni segmenti di alluminio o tubi di acciaio zincato, il cui numero varia a seconda del costruttore, sono collegati tra loro e supportati da un sistema di tralicci. Essi vengono poi montati su torri dotate di ruote con irrigatori lungo la loro lunghezza. Il movimento rotatorio avrebbe permesso agli irrigatori di bagnare l’intera superficie. Una tecnica davvero semplice ma ingegnosa.
L’idea iniziale di Zybach è stata poi perfezionata, creando gli attuali sistemi automatizzati. Dopo l’installazione iniziale, l’irrigazione a pivot centrale non necessita del tocco umano quanto i metodi tradizionali. E garantisce anche una distribuzione efficiente dell’acqua. L’apporto idrico è fatto di piccole gocce che vengono distribuite molto lentamente sulle grandi superfici e che mantengono il terreno sempre soffice e umido. In questo modo, ci vogliono circa tre giorni per completare un intero cerchio ma lo spreco di acqua è ridotto al minimo e l’irrigazione comunque garantita.
Attualmente la maggior parte dei sistemi hanno un motore elettrico su ciascuna delle torri. Per ovvie ragioni non si possono installare tali impianti di irrigazione su colline ripide. Tuttavia, anche se il terreno non è completamente pianeggiante, le macchine sono comunque in grado di affrontare piccole increspature. In alcune parti del Medio Oriente e dell’Africa l‘irrigazione a pivot centrale ha riscorsso un grande successo, salvaguardando l’acqua. Eppure, naturalmente c’è un rovescio della medaglia. Alcuni ambientalisti sono preoccupati del fatto che coltivando anche le aree precedentemente inaccessibili e destinate all’allevamento, interi ecosistemi potrebbero essere distrutti.
Francesca Mancuso
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