Non necessita di suolo né di fitofarmaci e consuma una quantità ridotta di acqua: l'insalata prodotta nella vertical farm più grande d'Europa è l'emblema dell'agricoltura del futuro
La vertical farm più grande del Vecchio Continente? Si trova proprio in Italia! È stata inaugurata ieri a Verolanuova, in provincia di Brescia, e produce un’insalata croccante, gustosa ma soprattutto sostenibile. Per crescere, infatti, non ha bisogno di suolo né di pesticidi o altre sostanze dannose per l’ambiente.
A coltivare questo prodotto che fa parte della linea di ortaggi a foglia – che prende il nome di Petali – Kilometro verde, che ha riqualificato la sede di Agiesse, storica azienda di abbigliamento sportivo.
Come chiarito dai promotori del progetto che sfrutta la rivoluzionaria tecnica di coltivazione indoor nota come idroponica, l’insalata Petali nasce da un seme non trattato e da un processo controllato in tutte le sue variabili. Questo alimento può, quindi, essere portato in tavola senza essere prima lavato, pronto per essere consumato.
Il confezionamento avviene nell’immediato subito dopo il taglio; in questo modo il prodotto si mantiene fresco e buono più a lungo.
L'architetto e urbanista Stefano Boeri ci ricorda che la coltivazione verticale non solo offre una soluzione pratica per…
Posted by KilometroVerde on Tuesday, September 12, 2023
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Cos’è l’idroponica e quali sono i vantaggi delle vertical farms
Come anticipato il concetto di idroponica fa riferimento a quel tipo di coltivazione delle piante fuori suolo, ovvero senza terra e grazie all’acqua, nella quale vengono sciolte sostanze nutritive per farle crescere. In realtà veniva già adoperata da antichi popoli come gli Aztechi o i Babilonesi nei loro rigogliosi giardini pensili e galleggianti.
Coltivando su più livelli, il vertical farming (lettaralmente “fattoria verticale”) consente di preservare il terreno e salvarlo dall’impoverimento e la perdita dei suoi minerali. Un altro vantaggio è rappresentato dalla possibilità di coltivare di più occupando meno spazio.
Infine, coltivando grazie a questa tecnica si accorciano i tempi di crescita delle piante (che però risultano più vulnerabili di quelle coltivate tradizionalmente) e si ha un notevole di risparmio d’acqua, anche fino al 90%: un bel traguardo in un mondo sempre più alle prese con le crisi idriche.
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Fonte: Kilometro Verde
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