La Toscana si muove verso la messa al bando del glifosato. Dopo il caso della Calabria, un’altra regione italiana si mette in gioco per dire addio all’erbicida classificato come probabilmente cancerogeno per l’uomo dallo Iarc.
La Toscana si muove verso la messa al bando del glifosato. Dopo il caso della Calabria, un’altra regione italiana si mette in gioco per dire addio all’erbicida classificato come probabilmente cancerogeno per l’uomo dallo Iarc.
Mentre la Calabria ha deciso di non concedere più sussidi economici alle aziende agricole che utilizzano il glifosato, ora il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato all’unanimità la mozione “Principio di precauzione e glifosato”.
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La mozione impegna la Giunta regionale della Toscana a:
- Rimuovere il glifosato da tutti i disciplinari di produzione
- Escludere immediatamente dai premi del Programma di Sviluppo Rurale le aziende che ne facciano uso
- Sostenere sul territorio approcci agro-ecologici per migliorare la fertilità dei suoli
- Diversificare le produzioni
- Aumentare la capacità di sequestro di carbonio
- Garantire raccolti adeguati
- Affrontare il controllo dei parassiti e delle erbe seguendo e monitorando le dinamiche naturali
- Seguire il principio di precauzione
La mozione impegna la Giunta regionale ad intervenire presso il Governo per l’applicazione del principio di precauzione a livello nazionale ed europeo, in nome della tutela della salute pubblica, vietando definitivamente e in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti fitosanitari che contengano il principio attivo “glyphosate”.
La Toscana si pone a fianco del grande movimento di cittadini che in Italia e in Europa ha costruito la campagna transnazionale per bandire il glifosato, lanciando l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) in corso da quest’anno.
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È inoltre attiva la campagna #stopglifosato a cui anche GreenMe partecipa per supportare la volontà di mettere al bando le sostanze pericolose per la salute e per l’ambiente utilizzate in agricoltura e per il diserbo.
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Ricordiamo che lo Iarc, agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e massima autorità globale in campo oncologico, ha accertato che il glifosato è cancerogeno per gli animali ed è un potenziale cancerogeno per gli esseri umani e che secondo gli ultimi dati Ispra proprio il glifosato è presente tra le sostanze che inquinano il fiume Po.
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Per dire stop al glifosato segui la campagna #stopglifosato e scopri come aderire all’ICE.
Marta Albè