Secondo il report della campagna "Cambia la terra", i terreni agricoli italiani sono altamente contaminati da pesticidi ed i risultati lo dimostrano chiaramente. Tra questi non manca ahinoi il terribile erbicida glifosato, presente nella metà dei campi sottoposti alle analisi
La degradazione del suolo è uno dei gravissimi problemi del secolo con cui le generazioni future dovranno confrontarsi visto che, secondo quanto riporta la FAO, entro il 2050 i nostri suoli perderanno il 10% delle coltivazioni agricole con una conseguente maggiore insicurezza alimentare.
Tra le cause che concorrono a tale degrado vi sono naturalmente i cambiamenti climatici che stanno stravolgendo l’intero ecosistema globale, ma anche uno smodato uso di pesticidi nei campi che minano alla fertilità di questi. Basti pensare che la produzione di erbicidi ed altre sostanze chimiche industriali è aumentata negli ultimi 20 anni.
Ed infatti la campagna “Cambia la terra” lanciata da FederBio in collaborazione con Legambiente, Lipu, Medici per l’ambiente, Slow Food e WWF, ha evidenziato come i nostri terreni siano saturi di pesticidi e sono i risultati dei campionamenti svolti a fine 2021 a provarlo.
Cosa dicono i risultati
La campagna ha svolto delle indagini in 12 terreni a coltivazione biologica e non di Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Lazio, Basilicata, Puglia e Sicilia. In ciascun campo sono stati raccolti 10 prelievi di suolo differenti, predisposti in due grandi campioni.
I test condotti sui campioni hanno dimostrato che l’85% dei suoli convenzionali è contaminato da 20 pesticidi, di cui al primo posto si colloca il glifosato presente in un terreno su due, un tristissimo primato.
I 20 residui chimici che le analisi hanno riscontrato sono:
- Glifosato
- AMPA
- Fluxapyroxad
- Boscalid
- Clorantraniliprolo
- Cipermetrina
- Tebuconazolo
- Pendimentalin
- Difenoconazolo
- Fludioxonil
- Fluopyram
- Cyprodinil
- Azoxystrobin
- Dimetomorf
- Flupyradifurone
- Imidacloprid
- Oxidiazon
- Permetrina
- DDT
- DDE
- RAME
Di queste sostanze attive ben 5 sono state revocate da anni nel nostro Paese come il DDT, proibito in Italia dal 1972 per via dei possibili effetti cancerogeni di cui questo insetticida è capace.
Per il biologico la percentuale di pesticidi scende di capofitto al 16%, essendo solamente 3 le sostanze attive ritrovate nei suoli italiani: DDT, DDE e Cipermetrina. Si ipotizza si tratti comunque di una contaminazione accidentale, essendo il biologico da sempre contro l’utilizzo di prodotti chimici dannosi.
Una dura verità che dovrebbe farci riflettere più a fondo sui prodotti che scegliamo per le nostre tavole e su in che modo la loro coltivazione incida sul benessere del Pianeta e della sua preziosa biodiversità.
Fonte: Cambia la terra
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