Glifosato: in Francia scatta il divieto anche per orti e giardini privati

In Francia da ieri, primo gennaio 2019, è stattato il divieto di acquisto del pesticida anche per i privati che non potranno più utilizzarlo in orti e giardini 

In Francia da ieri, primo gennaio 2019, è stattato il divieto di acquisto del pesticida anche per i privati che non potranno più utilizzarlo in orti e giardini

Mentre si rimane in attesa di uno stop definitivo all’utilizzo del glifosato arriva una buona notizia: da ieri, primo gennaio, in Francia, i privati non potranno più acquistare prodotti che contengono l’erbicida Roundup della Monsanto.

L’Unione europea l’ha salvato per altri cinque anni e il pesticida più famoso al mondo indicato dallo Iarc come potenzialmente cancerogeno continua ad essere in circolazione e non solo nelle colture intensive.

Ne abbiamo parlato più volte, dai cracker fino al gelato dai cereali per la colazione al miele fino alla pasta e perfino alla birra, sono tantissimi i prodotti alimentari che contengono glifosato.

Come arriva nelle nostre tavole è molto semplice: il pesticida viene spruzzato direttamente su alcune colture come mais, soia, grano e avena. Molti agricoltori lo usano anche nei campi prima della stagione di crescita, compresi i coltivatori di spinaci e i produttori di mandorle.

Adesso la buona notizia è che in Francia da questo gennaio non è più possibile per un privato comprare prodotti a base glifosato nei negozi, né impiegarlo in giardini e orti. Sappiamo che il problema sono le colture su base industriale, ma non possiamo ignorare che la Francia è pioniera.

Peccato non poter dire la stessa cosa dell’Italia dove l’utilizzo del glifosato è vietato solo “in parchi giardini, campi sportivi, aree di gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne, complessi scolastici e strutture sanitarie”.

In secondo luogo, il divieto riguarda l’utilizzo in agricoltura durante il raccolto e la trebbiatura o quando i prodotti della terra sono ormai prossimi a finire nelle nostre tavole.

Ma tutto questo, vista la situazione, non basta.

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Dominella Trunfio

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