Glifosato e gravidanza: 14 donne incinte su 14 esaminate sono risultate positive alla ricerca di glifosato nelle loro urine. È quanto emerge da alcune analisi condotte dal Salvagente.
Glifosato e gravidanza: 14 donne incinte su 14 esaminate sono risultate positive alla ricerca di glifosato nelle loro urine. È quanto emerge dalle analisi condotte dal Salvagente che, in collaborazione con l’associazione A Sud, ha preso in esame i valori di donne incinte italiane che vivono lontano da aree agricole.
Risultato? Anche chi non vive vicino ai campi, potrebbe ingerire tramite gli alimenti che si portano in tavola, questo erbicida sospettato di essere cancerogeno e genotissico.
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Il 100% delle 14 donne incinte sottoposte ad analisi, insomma, sono risultate “positive”. I quantitativi di glifosato riscontrati variano da 0,43 nanogrammi per millilitro di urina fino a 3,48 nanogrammi. Non si sa se sono pochi o già troppi: quel che è vero è che questo potente erbicida brevettato dalla multinazionale Monsanto Company – ma oggi di libera produzione – e classificato come probabile cancerogeno dallo Iarc, l’Agenzia di ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non dovrebbe essere presente nel nostro organismo, né tanto meno in quello di donne che aspettano un bambino.
“Ci sono numerosi dati sperimentali condotti su cellule placentari ed embrionali umane che dimostrano come il glifosato induca necrosi e favorisca la morte cellulare programmata – chiarisce Patrizia Gentilini, oncologa e membro del comitato scientifico di Isde – Quindi si tratta di una sostanza genotossica oltre che cancerogena, come ha stabilito la Iarc, non dimenticando che l’erbicida agisce anche come interferente endocrino”.
Ma, in buona sostanza, quali sono realmente i rischi che corrono quelle donne incinte? Ebbene, gli studi finora esaminati non sono ancora in grado di identificare l’effetto continuativo e di accumulo della sostanza nei nostri corpi, che pare comunque accertato arrivi in prima linea tramite l’alimentazione. Non solo pane, pasta, farina e altri prodotti a base di farina, ma oltre l’85% dei mangimi utilizzati in allevamenti sono costituiti da mais, soia, colza Ogm, resi resistenti al glifosato.
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Quello che appare evidente è che il glifosato è accumulato nei nostri corpi. Afferma Maria Grazia Mammuccini, portavoce della Coalizione #StopGlifosato: “se gli organismi di controllo – molti dei quali purtroppo annoverano nei loro board scientifici consulenti di grandi aziende multinazionali – non sono in grado di gestire i problemi posti dalla pervasività dei pesticidi, i cittadini europei devono prendersi in prima persona la responsabilità della loro salute. Oggi questa possibilità ci viene data firmando l’ICE: servono un milione di firme da qui a poche settimane, oggi siamo a quota 800 mila. Chi ha a cuore la sua salute e quella dell’ambiente può e deve firmare sul www.stopglifosato.it“.
Germana Carillo