Parigi, Grenoble e altre città francesi vietano il glifosato nel loro territorio dopo il dietrofont nazionale

Parigi, Lille, Nantes, Grenoble e Clermont-Ferrand vietano l'uso dei pesticidi come il glifosato, sul loro territorio. La decisione è stata presa dai sindaci che giurano di voler cambiare la legge contro il progetto del governo centrale, che ha avviato una consultazione pubblica per istituire fasce di sicurezza di 5-10 metri come limite per l'utilizzo dei pesticidi.

Parigi, Lille, Nantes, Grenoble e Clermont-Ferrand vietano l’uso dei pesticidi come il glifosato, sul loro territorio. La decisione è stata presa dai sindaci che giurano di voler cambiare la legge contro il progetto del governo centrale, che ha avviato una consultazione pubblica per istituire fasce di sicurezza di 5-10 metri come limite per l’utilizzo dei pesticidi.

Cos’era successo? Nelle scorse settimane alcuni piccoli comuni francesi avevano deciso di introdurre un’ordinanza che vietava l’uso dei pesticidi in prossimità delle abitazioni, quindi oltre i 150 metri, al fine di tutelare sia l’ambiente ma anche la salute dei cittadini. Ordinanze che sono state bloccate dalla giustizia amministrativa per una questione di competenza statale e non comunale.
Così i sindaci anti-pesticidi di Parigi, Clermont-Ferrand, Grenoble, Lille e Nantes hanno preso una misura forte contro il governo decidendo anch’essi di adottare simbolicamente la stessa ordinanza sebbene ci sia un braccio di ferro con il governo centrale. Secondo i sindaci ci vorrebbero appunto delle zone cuscinetto di almeno 150 metri e non 5-10.

“Conosciamo lo status giuridico di tali decreti, ma spetta a noi adottare un approccio concertato per modificare la legge e contribuire alla conservazione del prezioso patrimonio della biodiversità nei nostri territori e alla salute dei nostri concittadini”, hanno scritto i cinque comuni in una dichiarazione congiunta.

Nel caso delle grandi città e non delle comunità rurali che ospitano culture, questa azione è in gran parte simbolica. La legge proibisce già dal 2017 l’uso di sostanze chimiche da parte delle comunità per mantenere spazi verdi e strade. Divieto dal gennaio scorso, vale anche per privati ​​e giardinieri che possono utilizzare solo prodotti fitosanitari di origine naturale. Rimangono principalmente gli spazi verdi di condomini e aziende dove rimane l’uso del glifosato considerato potenzialmente cancerogeno. Ne abbiamo parlato più volte, dai cracker fino al gelato dai cereali per la colazione al miele fino alla pasta e perfino alla birra, sono tantissimi i prodotti alimentari che contengono glifosato.

La situazione francese però la conosciamo bene. Dopo aver annunciato la graduale messa al bando del glifosato il presidente Emmanuel Macron aveva un passo indietro, stabilendo che è impossibile pensare a un divieto totale del pesticida nel 2021 e indovinate perché? Andrebbe a danneggiare l’industria agricola. Ma alla salute chi ci pensa? La Francia aveva iniziato con l’iter giusto, quello di proibire appunto l’erbicida Roundup della Monsanto e altri pesticidi contenenti glifosato per orti e giardini privati, imponendo lo stop alle vendite nei negozi di giardinaggio.

Ma non solo, nel 2017 Macron aveva respinto la decisione della Commissione europea di riaffermare l’uso del glifosato per altri 5 anni, impegnandosi a vietare gradualmente i prodotti a base di questa sostanza entro tre anni. A partire, appunto, dal gennaio 2021. Ma poi c’ha ripensato stabilendo che  “se fosse andato avanti con questa promessa avrebbe ucciso completamente alcuni settori”.

Tornando ad oggi, il governo vuole proporre di impostare la distanza minima tra le case e le aree di applicazione dei pesticidi da 5 a 10 metri a seconda del raccolto, una decisione che non piace ad ambientalisti e associazioni. Il progetto sarà in consultazione pubblica il 1 ottobre.

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Dominella Trunfio

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