La Calabria ha deciso di dire un no forte e chiaro al glifosato. Possiamo considerarla come la regione italiana che ha vinto la battaglia contro l’erbicida considerato cancerogeno con uno stratagemma molto semplice: non finanziare più le aziende che lo utilizzano.
La Calabria ha deciso di dire un no forte e chiaro al glifosato. Possiamo considerarla come la regione italiana che ha vinto la battaglia contro l’erbicida considerato cancerogeno con uno stratagemma molto semplice: non finanziare più le aziende che lo utilizzano.
Per dire stop al glifosato la Giunta calabrese ha deciso che le aziende che utilizzano il glifosato non riceveranno più nessuna sovvenzione dalla Regione, nemmeno un euro.
Basta ai ‘premi’ alle aziende che utilizzano glifosato, un potente erbicida che lo IARC lo scorso anno ha classificato come cancerogeno. Questa regione vuole oltrepassare il concetto del ‘chi inquina viene pagato’.
Sarà l’Europa a decidere, nel 2017, se mettere completamente al bando il glifosato dall’agricoltura e di conseguenza dagli alimenti che portiamo sulle nostre tavole. Ma nell’attesa della decisione europea si può già entrare in azione e questa regione ha deciso di scrivere alle altre perché facciano altrettanto.
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Perché mettere in atto una politica Glifosato Zero, smettendo di finanziare le aziende che lo utilizzano, è facile e importante.
La lettera fornisce un esempio concreto di come le Regioni, in attesa della decisione sul glifosato a livello europeo, abbiano la possibilità di scegliere subito con i Piani di Sviluppo Rurale almeno d’interrompere immediatamente il finanziamento delle pratiche agronomiche che prevedono l’utilizzo di un prodotto cancerogeno per gli animali e probabile cancerogeno per l’uomo, oltre che principale inquinante delle acque superficiali e sotterranee come evidenziato dai dati ISPRA, così come sottolineato nella lettera firmata dalla portavoce Maria Grazia Mammuccini in qualità di portavoce della Coalizione Italiana #StopGlifosato.
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“Il glifosato è l’erbicida più utilizzato su scala globale. È presente in oltre 750 formulati, tra cui il Roundup®, marchio registrato dalla multinazionale Monsanto, dedicati alle colture intensive, agli orti e al giardinaggio. Nel 2014 la produzione mondiale di glifosato ha superato le 800.000 tonnellate; il trend purtroppo nei prossimi anni è destinato crescere e si stima che entro il 2020 la richiesta possa raggiungere il milione di tonnellate. Lo sviluppo del mercato è legato al crescente impiego delle colture geneticamente modificate (OGM) resistenti al glifosato” – come spiega la Coalizione Italiana #StopGlifosato.
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“La Calabria procede verso l’eliminazione del glifosato su tutto il suo territorio, escludendo le aziende agricole che utilizzano il diserbante a rischio cancro dai finanziamenti del PSR (piano di sviluppo rurale). È la prima regione italiana a eliminare dai disciplinari dell’agricoltura integrata il glifosato, un fitofarmaco il cui utilizzo è stato prorogato fino alla fine del 2017 dalla Commissione europea, dopo che l’opinione pubblica ne aveva richiesto la completa eliminazione” – aggiunge la Coalizione Italiana #StopGlifosato.
Positiva la reazione dell’Aiab: “AIAB Calabria ringrazia la Giunta Regionale per aver accolto e messo in atto la proposta avanzata dall’associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica relativamente alla questione glifosato”.
La richiesta, partita da AIAB già nel 2015 e indirizzata a tutte le regioni italiane ha trovato poi una sua forza espressiva sempre crescente nella coalizione italiana StopGlifosato che, nata dietro la spinta di AIAB, ad oggi raccoglie 45 sigle di associazioni agricole, ambientali e di tutela della salute.
“Siamo fiduciosi che sul solco della regione Calabria si muoveranno molte altre regioni. La scelta della Calabria, inoltre, rompe il fronte di omertà mantenuto da tutte le altre Regioni, che invece di tutelare consumatori e l’ambiente, si trincerano, per pavidità nei confronti della multinazionale Monsanto, dietro le scelte scellerate e piratesche dell’UE” – ha spiegato Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab.
La speranza è dunque che altre regioni italiane prendano la stessa decisione della Calabria e decidano di dire stop al glifosato prima ancora che lo imponga l’Europa.
Marta Albè