Glifosato: sarà ancora usato almeno per 18 mesi in Europa (purtroppo)

La battaglia contro il glifosato per adesso ha visto la sconfitta di tutte le associazioni e i cittadini che da tempo si battono contro l’erbicida della Monsanto potenzialmente cancerogeno.

La battaglia contro il glifosato per adesso ha visto la sconfitta di tutte le associazioni e i cittadini che da tempo si battono contro l’erbicida della Monsanto potenzialmente cancerogeno.

La Commissione europea ha, infatti, esteso la licenza per 18 mesi, una decisione che arriva dopo mesi di attesa e di mancata maggioranza tra gli Stati membri dell’Unione Europea, dopo la recente astensione dell’Italia, dopo appelli, petizioni e richieste di incontri istituzionali.

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Il 30 giugno sarebbe dovuto essere un giorno in cui scadute le concessioni del glifosato si sarebbe finalmente parlato di misure più sicure per l’ambiente e la salute, invece è arrivata l’ennesima batosta annunciata dal Commissario Vytenis Andriukaitis.

Se l’Unione europea non avesse optato per il rinnovo del Roundup della Monsanto e altri erbicidi i produttori avrebbero avuto sei mesi di tempo per eliminare i prodotti potenzialmente cancerogeni dagli scaffali. Ma in conferenza stampa, a un giorno dalla scadenza, Andriukaitis ha annunciato la decisione chiosando che questo periodo servirà European Chemicals Agency per valutare ulteriormente la sicurezza del prodotto.

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Decisione che ovviamente non smette di indignare la coalizione italiana Stop Glifosato che oltre alla petizione online e al manifesto in tutti questi mesi aveva chiesto un incontro con i ministri Martina, Galletti e Lorenzin.

“Il rinnovo dell’autorizzazione del glifosato è la prova di una grave défaillances all’interno dell’Ue. È una decisione assurda! Mettere il profitto di Monsanto prima della salute di 500 milioni di europei: è questa la decisione della Commissione europea […] La Commissione europea, ma anche i governi che sono stati favorevoli a questa decisione sono colpevoli di mancata assistenza ai cittadini in pericolo. Delle istituzioni europee sorde, delle multinazionali cieche e dei governi nazionali muti: all’indomani della Brexit, avremmo apprezzato una più forte rimessa in questione!”, commenta l’eurodeputato socialista belga Marc Tarabella.

Dovremmo aspettare, dunque, la fine del 2017 per avere il parere scientifico sugli effetti della sostanza utilizzata come principio attivo in molti erbicidi. Al centro del confronto, in particolare, sono la possibile cancerogenicità del glifosato e il suo impatto sul sistema endocrino.

“La Commissione sta ignorando il parere della comunità scientifica, nonché la voce dei cittadini da ricordare infatti come più di 2 milioni di cittadini europei abbiano sottoscritto la petizione per chiedere la messa al bando del glifosato. Pascale denuncia in merito «serie lacune nel rispondere all’esigenza di trasparenza sulla valutazione scientifica del glifosato, necessaria per esprimersi sul rinnovo o meno dell’autorizzazione” spiega in una nota stampa Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia.

L’unica soluzione per adesso secondo Pascale è quella di “porre chiare restrizioni all’uso del glifosato, così da ridurre al minimo l’esposizione umana e tutelare i cittadini. Vanno banditi tutti gli utilizzi che comportino un alto rischio di esposizione sia per la popolazione che per gli operatori, come l’impiego di glifosato nei giardini e nelle abitazioni private, così come lo spargimento nei parchi pubblici, sulle strade e lungo le linee ferroviarie”.

È da sottolineare che nel rinnovo dell’autorizzazione, la Commissione europea ha proposto agli Stati membri di restringere l’utilizzo del glifosato, eliminando l’ammina di sego etossilata (un tensioattivo contenuto nei prodotti a base di glifosato), rafforzando i controlli e riducendo la quantità nei parchi pubblici e campi da gioco.

“Ancora più importante è proibire l’irrorazione sulle colture alimentari prima del raccolto, in modo da evitare che rimangano quantità eccessive di residui negli alimenti. È necessario che l’Europa apra un dibattito onesto sui possibili percorsi di transizione verso un’agricoltura e un sistema alimentare più sostenibili, basati su una scienza indipendente e completamente trasparente”, conclude il presidente Slow Food.

Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi mesi, di certo associazioni e cittadini non hanno nessuna intenzione di arrendersi. #stopglifosato

Firma qui la petizione per dire stop al glifosato.

Dominella Trunfio

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