Frutta e verdura geneticamente modificate non mettono a rischio la salute e combattere gli OGM è una battaglia ideologica, ma soprattutto una battaglia “persa”. Tutti mangeremo e in parte già mangiamo alimenti transgenici.
Frutta e verdura geneticamente modificate non mettono a rischio la salute e combattere gli OGM è una battaglia ideologica, ma soprattutto una battaglia “persa”. Tutti mangeremo e in parte già mangiamo alimenti transgenici.
Questa la posizione che arriva dall’oncologo ed ex ministro della sanità Umberto Veronesi che, premiato all’Assobiotec Award 2010 – il riconoscimento promosso dall’associazione italiana per lo sviluppo delle biotecnologie e destinato alla promozione dell’innovazione – si è dichiarato apertamente a favore “dell’utilizzo delle conoscenze genetiche per tutte le attività umane, comprese quelle agricole”.
Del resto Veronesi ci tiene a precisare che “queste variazioni genomiche occorrono da millenni, gli agricoltori combinano piante da sempre: uniscono arancio e mandarino e fanno il mandarancio. Oppure gli allevatori incrociano cavallo e asino e nasce il mulo. Mandarancio e mulo sono semplicemente Ogm, ma fatti sul campo e nel tempo, mentre noi con attenzione mettiamo il gene giusto. Non c’è nessuna ragione di timori, noi stessi lo mangiamo. La soia che importiamo per i nostri animali per l’80% è Ogm, il mais al 30% è Ogm, perché ha più resa di quello naturale“.
Posizione questa sostenuta, ma non poteva essere altrimenti, dal nuovo presidente di Assobiotec Alessandro Sidoli, eletto proprio durante l’assemblea di oggi per il quale ”serve un confronto serio, oggettivo, non ideologico” in grado di coinvolgere tutti gli attori del sistema compresi i consumatori. ‘Noi per primi – commenta il successore di Roberto Gradnik – forse non abbiamo gestito al meglio la comunicazione, lasciando ai media la possibilità per diffondere un messaggio allarmistico”. “Come si può aprioristicamente sostenere – si chiede Sidoli nella sua relazione – che prodotti adottati da oltre 30 paesi, impiegati da 15 milioni di agricolotori, in coltura su oltre 120 milioni di ettari, non servono? Il nostro paese ha una grande ricchezza di microclimi e biodiversità, ha un potenziale enorme che non dobbiamo disperdere“.