Fortuna: nel 2014 la prima patata OGM ad uso alimentare?

Ad un anno e mezzo di distanza dall’autorizzazione dell’Unione Euopea concessa alla coltivazione della patata OGM Amflora, utilizzata a scopo industriale per la produzione della carta, rischia di venire svincolata anche “Fortuna”, la nuova patata geneticamente modificata destinata alla tavola e all’alimentazione umana.

Ad un anno e mezzo di distanza dall’autorizzazione dell’Unione Euopea concessa alla coltivazione della patata OGM Amflora, utilizzata a scopo industriale per la produzione della carta, rischia di venire svincolata anche “Fortuna”, la nuova patata geneticamente modificata destinata alla tavola e all’alimentazione umana.

A presentare la richiesta di coltivazione e commercializzazione della nuova patata OGM presso l’Unione Europea, la stessa multinazionale della chimica Basf che aveva brevettato Amflora. La nuova patata prodotta stavolta a scopi alimentari sarebbe geneticamente modificata per rimanere protetta dalla peronospora, la malattia dei tuberi alla base della grande carestia che colpì l’Irlanda nel 1845 e che ogni anno riduce la produzione mondiale di almeno un quinto.

Ottentua trasferendo nelle patate “Fontane” – varietà leader in Europa per la produizione di patatine fritte – due geni di una patata selvatica sudamericana che cresce nelle ande, la “Fortuna” , nel caso in cui la richiesta della Basf verrà accolta, diventerà la prima patata OGM destinata all’alimentazione umana e potrebbe essere introdotta sul mercato a partire già dal 2014.

Stando alle dichiarazioni rilasciate all’Ansa dal biotecnologo Roberto Defez, siamo di fronte ad un risultato eclatante in quanto “sono oltre 20 anni che si tenta di ottenere patate resistenti alla peronospora attraverso sistemi tradizionali di incrocio con questa patata selvatica che cresce sulle Ande, ma ogni tentativo è stato vano. Ora il risultato è stato ottenuto grazie all’ingegneria genetica, che in questo caso ha trasferito geni da patata a patata”.

Un altro punto a favore degli OGM per Defez sarebbe la loro resistenza alle malattie che li riscatterebbe dall’utilizzo di agrofarmaci e pesticidi. Per questo per il biotecnologo la posizione dell’Italia sugli OGM sarebbe penalizzante sia per i consumatori che non potrebbero acquistare prodotti geneticamente modificati, sia per i ricercatori che non possono fare sperimentazione in campo aperto.

Nonostante la posizione di Defez, questa notizia a noi non piace per niente e continuiamo ad essere con il 75% degli italiani che sono contro gli organismi geneticamente modficati perché se è vero che gli effetti di pesticidi sull’uomo è deleterio, quelli a lungo termine degli OGM non sono mai stati verificati. Come pure la loro utilità per eliminare la fame nel mondo.

Il nostro timore è che esattamente come è stato per il Mon810, la patata OGM farà “la fortuna” solo dei suoi brevettatori.

Simona Falasca

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