Caporalato: dal campo al supermercato, in Puglia la prima filiera etica che non sfrutta i lavoratori

Grazie all'intesa tra Gruppo Megamark, associazioni e produttori agricoli è nata la prima filiera etica contro caporalato e sfruttamento dei braccianti

La prima filiera etica contro il caporalato nel settore agroalimentare da oggi è realtà grazie all‘intesa tra il Gruppo Megamark di Trani, le associazioni No Cap e Rete Perlaterra e circa 20 produttori agricoli nel Mezzogiorno.

Presto in alcuni degli oltre 500 supermercati gestiti dal gruppo Megamark saranno disponibili conserve, frutta e verdura tracciabili grazie all’uso del bollino “No Cap” e del marchio “Iamme”, che certificheranno gli standard etici di produzione degli alimenti in commercio presso diversi punti vendita al Sud tra cui Famila, Iperfamila, A&O e Dok.

Il progetto ha richiesto diversi mesi di lavoro e ha l’obiettivo di combattere il caporalato e lo sfruttamento dei braccianti nel settore agricolo.

La prima fase sperimentale sta coinvolgendo circa 100 lavoratori extracomunitari selezionati nei ghetti in Sud Italia e oggi impegnati nella raccolta e nella trasformazione di pomodori, ortaggi e frutta in Puglia, Basilicata e Sicilia.

Con questo progetto abbiamo piantato un piccolo seme, assumendo 100 lavoratori sottratti alla schiavitù e il prossimo anno contiamo di poter assumere circa 700 lavoratori che attualmente vivono nei ghetti – ha commentato Yvan Sagnet, presidente della Rete Internazionale Anticaporale No Cap -Faccio quindi appello a tutti i consumatori la cui consapevolezza e le cui scelte saranno in grado di determinare il successo di questa operazione.

Ai braccianti, provenienti soprattutto dall’Africa, verranno garantiti alloggi dignitosi, contratti di lavoro regolari e stipendi equi, oltre a mezzi di trasporto adeguati per raggiungere i luoghi di lavoro, visite mediche, dispositivi per la sicurezza sul lavoro e bagni chimici nei campi di raccolta.

passata no cap

Le aziende agricole coinvolte si impegneranno a rispettare la legalità e i diritti dei lavoratori e a loro verrà riconosciuto il giusto prezzo per i prodotti acquistati dalla grande distribuzione.

Nell’accordo firmato pochi giorni fa, infatti, il Gruppo Megamark si è impegnato ad acquistare i prodotti agricoli etici garantiti dal bollino NoCap-Iamme pagando un prezzo onesto e senza imporre prezzi di acquisto eccessivamente bassi come avviene di solito.

È infatti proprio il gioco al ribasso dei prezzi a innescare il circolo vizioso che porta allo sfruttamento dei lavoratori poiché i produttori agricoli si rifanno sui braccianti per riuscire avere un margine di guadagno.

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Tatiana Maselli

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