L'Europa si è impegnata a porre fine all'esportazione di pesticidi vietati dall'Ue e a non importare prodotti contenenti gli stessi veleni
Sembra scontato ma finora non lo è stato. Ma ora l’Europa si è impegnata a porre fine all‘esportazione di pesticidi vietati dall’Ue. A darne notizia è stata Pan-Europe (Pesticide Action Network), una rete di organizzazioni non governative, istituzioni e cittadini che da quasi 40 anni lotta per ridurre al minimo gli effetti negativi dei pesticidi pericolosi e per sostituire il loro uso con alternative ecologicamente valide.
A novembre, Pan-Europe aveva inviato una lettera all’Europa chiedendo non solo di vietare l’esportazione di pesticidi non approvati nell’Unione Europea ma anche di vietare di importare nel nostro continente prodotti agricoli realizzati con quegli stessi pesticidi. Una doppia beffa, a danno dei cittadini e dell’ambiente.
E l’Europa ha promesso che lo farà. Con un’altra lettera inviata a PAN – Europe, le autorità europee hanno rassicutato dicendo che
“come parte della sua azione sul Green Deal europeo, la Strategia per la sostenibilità dei prodotti chimici mira comunque ad andare oltre, impedendo l’esportazione di sostanze chimiche pericolose, compresi i pesticidi, vietate nell’UE” si legge nella lettera di risposta inviata dalla Commissione, a firma di John Watson, il Vicesegretario generale.
La lettera della Commissione europea è arrivata in risposta a quella firmata da oltre 70 organizzazioni della società civile europea in cui si sosteneva che le aziende dell’UE stanno approfittando delle deboli leggi sulla salute umana e sull’ambiente in molti paesi terzi per vendere pesticidi che sono considerati troppo pericolosi per l’uso in Europa e che, a loro volta, i pesticidi vietati sono consentiti come residui negli alimenti importati e venduti sul mercato europeo.
Inoltre, secondo quanto confermato da Watson, la Commissione sta attualmente valutando le varie opzioni per l’attuazione di questo obiettivo, compresa una revisione della legislazione.
“PAN Europe accoglie con favore l’impegno della Commissione di porre fine alla vergognosa pratica dei doppi standard e non vediamo l’ora di vedere l’UE assumere la leadership nell’eliminazione dei pesticidi pericolosi a livello globale” ha detto Angeliki Lysimachou – Science Policy officer di PAN Europe.
Nella sua risposta, inoltre, la Commissione assicura che si impegnerà anche ad “assistere [paesi terzi] nelle loro decisioni” sull’opportunità di importare determinate sostanze chimiche pericolose come i pesticidi:
“La Commissione deve ora mantenere la sua promessa e garantire che il diritto dell’UE venga modificato in modo che le aziende che traggono profitti dall’esportazione di pesticidi noti per essere troppo pericolosi per la salute umana e l’ambiente verso paesi terzi e l’importazione di alimenti prodotti con tali sostanze chimiche sia considerato un crimine. ” ha aggiunto Lysimachou. “Gli sforzi non devono essere limitati a livello europeo e la Commissione deve contribuire a istituire un nuovo meccanismo delle Nazioni Unite per promuovere l’eliminazione graduale dei pesticidi altamente pericolosi a livello globale”. concluse Lysimachou.
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A rischio anche l’Italia
Quello dei pesticidi è un problema che ci riguarda direttamente. Un’inchiesta realizzata dall’unità investigativa di Greenpeace Uk, Unearthed e dalla svizzera Public Eye e resa nota a settembre del 2020, ha rivelato che l’Italia è il secondo Paese europeo per export di pesticidi, il cui uso è stato vietato in Ue a causa dei rischi per la salute umana e l’ambiente. Peggio di noi, solo il regno Unito. Secondo l’indagine 41 diversi “prodotti fitosanitari” vietati in Ue partono dal Vecchio Continente verso 85 Paesi del mondo. E a fare ancora più paura è che oltre tre quarti dei paesi riceventi è a reddito medio o basso. E circa 9.500 tonnellate (12%) delle esportazioni pianificate risultano a carico dell’Italia.
La risposta della Commissione è dunque una vittoria importante per tutti i cittadini europei. Speriamo che in un futuro non troppo lontano potremo avere maggiori sicurezze e tutele su quello che portiamo in tavola e su quello che esportiamo nei paesi più poveri del mondo.
Fonti di riferimento: Pan-Europe
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