La siccità minaccia le nostre risorse alimentari del futuro, per questo è vitale trovare piante in grado di resistere anche (quasi) senz'acqua
Una ricerca internazionale coordinata da ENEA (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha individuato una varietà di grano duro in grado di “resistere” alla siccità, assicurando la maggiore produttività in presenza di stress idrico.
Il problema della siccità è sempre più urgente e trovare soluzioni sostenibili ad esso, per tutelare la sopravvivenza di piante e animali (oltre che nostra) è una delle sfide del nostro presente.
Già oggi, infatti, coltivazioni e vigneti in diverse regioni di Italia boccheggiano per la mancanza d’acqua: dopo un’estate (quella del 2022) particolarmente siccitosa e un inverno (quello appena concluso) quasi del tutto privo di piogge, durante il quale il livello dei fiumi si è abbassato a livelli impressionanti.
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I ricercatori si sono quindi concentrati sullo studio della sopravvivenza delle piante in condizioni estreme, con irrigazione ridotta, e hanno testato diversi tipi di cereali per vedere come questi rispondevano a tali condizioni.
In particolare, negli esperimenti sono stati utilizzati sei diversi tipi di grano duro (cereale necessario per la produzione di farine, pane e pasta destinati all’alimentazione umana) – tre varietà commerciali italiane (Duilio, Creso e Colosseo) e tre genotipi sviluppati in Messico (Barnacla, AEL e Altar C84).
I sei grani sono stati piantati tutti in Messico, in due zone irrigate in due differenti condizioni: la prima zona a piena irrigazione (550-600 mm di acqua totale fornita durante l’intero ciclo colturale), la seconda a regime di irrigazione ridotto (220-250 mm di acqua distribuita tramite un sistema a goccia)
La varietà italiana di grano Creso, in condizioni di irrigazione ridotta, ha una resa circa tre volte inferiore rispetto alla piena irrigazione: 1,8 tonnellate di grano prodotto per ettaro contro 5,3 tonnellate per ettaro in condizioni di piena irrigazione.
Nelle stesse condizioni, il raccolto di grano della varietà Barnacla ha reagito meglio alla carenza d’acqua con una diminuzione del raccolto inferiore al 50%: 3,1 tonnellate di resa per ettaro a irrigazione ridotta contro 5,8 tonnellate per ettaro in condizioni di piena irrigazione.
Le piante attivano complessi meccanismi genetici per far fronte a stress ambientali, come la scarsità di acqua, un fenomeno che si verifica sempre più frequentemente anche nelle stagioni fredde, a causa del cambiamento climatico – spiega Patrizia Galeffi, ricercatrice ENEA.
Il nostro studio ha dimostrato che in risposta allo stress idrico esiste una relazione tra gene e resa in campo delle diverse varietà di grano duro.
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