Dopo il troppo caldo è arrivato il freddo e preoccupano le gelate: a rischio cavoli, cicoria, broccoli e finocchi

Dopo il caldo anomalo degli ultimi mesi, le gelate improvvise rischiano di creare danni ad alcune colture, in particolare a cavoli, verza, cicoria, broccoli e finocchi

Il freddo sembra essere arrivato, almeno in alcune parti d’Italia. Ma se da una parte ha portato sollievo all’agricoltura che ha faticato fino ad oggi per il caldo anomalo, dall’altra rischia di fare danni a causa delle improvvise gelate.

Dopo un dicembre record, con temperature superiori di 1,05 gradi rispetto alla media storica nei primi undici mesi dell’anno (secondo Isac Cnr), ora ci troviamo a fronteggiare l’arrivo di un ciclone d’aria gelida, che mette a rischio in particolare alcuni raccolti come cavoli, verza, cicoria, broccoli e finocchi.

A lanciare l’allarme è la Coldiretti Forlì-Cesena che ricorda come i cambiamenti climatici si stiano manifestando attraverso eventi estremi sempre più frequenti, stagioni anomale e repentini cambi di tempo. Dopo un anno nero che ha causato danni agricoli per oltre 6 miliardi di euro in Italia, ora il gelo invernale minaccia le coltivazioni, soprattutto quelle di ortaggi che hanno già subito gli effetti del caldo precoce di novembre e dicembre.

Federico Facciani, vice presidente di Coldiretti Forlì-Cesena, sottolinea che la preoccupazione principale nella zona riguarda le colture all’aperto, come appunto le varie tipologie di crucifere ma anche cicoria, broccoli e finocchi, che rischiano di essere danneggiati. Un problema che, almeno al momento, non sembra toccare invece le piante da frutto, ancora indietro con la maturazione.

Matteo Brunelli, vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, sottolinea l’impatto negativo del clima anomalo sull’agricoltura che va ad influenzare il ciclo fisiologico delle piante. Come ha dichiarato a Il Resto del Carlino:

Ultimi giorni a parte, veniamo da un autunno e da un inizio di inverno molto caldo: questo ha un impatto negativo sul ciclo fisiologico delle piante che hanno bisogno di un certo numero di ore di freddo per superare la cosiddetta dormienza. A gennaio sul nostro territorio stiamo assistendo ad una normalizzazione delle temperature rispetto al periodo e c’è stato anche un adeguato apporto di pioggia. Insomma, il termometro vicino alla zero adesso non ci preoccupa, ma i timori sono proiettati al gelo tardivo, quello che negli ultimi anni è arrivato in primavera, compromettendo la produzione frutticola della Romagna.

Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna, evidenzia che il 2023 è stato l’anno agricolo peggiore mai registrato a causa di alluvioni, perdita di impianti e temperature anomale. Ora, con il termometro che si avvicina allo zero, si apre una nuova stagione, ma le preoccupazioni per il futuro sono davvero molte.

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Fonte: Coldiretti

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