“Lo stop al fotovoltaico sui terreni agricoli è un grave pericolo”, cosa prevede e perché non convince il Dl Agricoltura

Al Consiglio dei ministri di oggi sarà presentato un Decreto legge che contiene nuove misure in materia di Agricoltura. Fra tutti i punti, fa discutere lo stop al fotovoltaico sul suolo agricolo

Arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri oggi la prima bozza del Dl Agricoltura, il testo con cui il ministero della Sovranità alimentare mira a introdurre delle nuove misure a sostegno della produzione agricola.

Dalla sospensione del pagamento dei mutui alla moria del kiwi, dalla peste suina al fotovoltaico passando per i nuovi finanziamenti all’Ex Ilva di Taranto, molti articoli dei 12 di cui si compone il Decreto agricoltura, però, non convincono.

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Il nodo del fotovoltaico

La misura che più di tutte ha suscitato scalpore è lo stop al fotovoltaico sul suolo agricolo. Dopo che il Governo si è impegnato a triplicare i target di fonti rinnovabili in Italia al G7 sull’energia appena concluso alla Reggia di Venaria di Torino, ora la bozza del Dl Agricoltura, all’articolo 6, prevede il divieto di installare i moduli sul terreno.

Le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’installazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra di cui all’articolo 6-bis, lettera b) del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28. I procedimenti di autorizzazione in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto sono conclusi ai sensi della normativa previgente.

Il testo del decreto che sta circolando in questi giorni e che dovrebbe essere approvato oggi in Consiglio dei ministri – spiega il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani – è una norma senza senso, che non risolve il problema dell’eccessivo consumo di suolo, denunciato dal mondo agricolo e da quello ambientalista. […] È insensato, ad esempio, vietare il fotovoltaico a terra nelle aree classificate come agricole dove non si dovrebbe o non si può coltivare: è il caso della “solar belt”, la cintura solare intorno alle aree industriali, dei terreni all’interno dei siti di interesse nazionale (SIN) e regionale (SIR) da bonificare, di quelli che sono accanto alle autostrade e alle ferrovie, delle aree agricole dove ci sono le cave, solo per fare qualche esempio. […] Non mancano le soluzioni avanzate: l’agrivoltaico innovativo, ma anche quello più tradizionale, con i filari di pannelli molto distanziati, garantiscono da tempo la convivenza tra la produzione agroalimentare ed energetica.

Oltre a questa misura, la bozza del Dl Agricoltura prevede:

  • l’introduzione del Registro telematico dei cereali
  • la sospensione delle rate del mutuo per le imprese agricole che nel 2023 hanno avuto una riduzione d’affari di almeno il 20%
  • indennizzi ai frutticoltori colpiti dalla moria di kiwi
  • il rafforzamento delle sanzioni in caso di pratiche sleali

Peste suina e granchio blu

Il Dl Agricoltura dà ampio spazio anche alle “Misure urgenti per contrastare la diffusione della peste suina” all’articolo 7, per cui si parla un rifinanziamento di 5 milioni di euro per il 2024 e 15 milioni per il 2025.

Arginare la proliferazione del granchio blu mette insieme i Ministeri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e del Turismo, di concerto con quello delle Finanze: entro 90 giorni dall’entrata in vigore del DL Agricoltura il Commissario straordinario dovrà trasmettere un piano di intervento e le idonee misure da adottare, come spiegato nell’articolo 8.

Lo smantellamento del Cufaa

Il Decreto trasferirebbe, infine, il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari (Cufaa) dell’Arma dei Carabinieri – la più importante polizia ambientale a livello internazionale – dal ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura, lasciando a quello dell’Ambiente la dipendenza del solo Comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica.

I due principali Comandi del Cufaa in termini di personale (Tutela forestale e parchi e Tutela della Biodiversità, con oltre 6.000 unità su 7.000 complessive), svolgono, infatti, attività strettamente collegate alle deleghe assegnate al ministero dell’Ambiente. E i Nipaf (Nuclei investigativi di polizia ambientale e forestale) presenti su tutto il territorio rappresentano, insieme ai Nuclei operativi ecologici, un presidio insostituibile nella prevenzione e repressione della criminalità ambientale e dell’ecomafia.

Con questo decreto – conclude Ciafani – si rischia di cancellare la priorità, nel loro lavoro, della tutela dell’ambiente. Una perdita che il Paese non può permettersi, come dimostrano ogni anno i dati sull’illegalità ambientale pubblicati nel Rapporto Ecomafia, in un periodo storico in cui il Paese dovrà spendere i 220 miliardi di euro del PNRR, evitando nel modo più assoluto i potenziali rischi di illegalità e infiltrazione criminale ed ecomafiosa, già evidenziati da diverse fonti istituzionali.

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