Distrutto da ignoti il primo campo di riso geneticamente “migliorato”: era la sperimentazione con la tecnica dei nuovi OGM

Poche notti fa alcune persone non ancora identificate sono entrate nel campo sperimentale ospitato da un'azienda di Mezzana Bigli, nella provincia di Pavia, e hanno distrutto delle piante di riso resistenti ottenute tramite le tecnologie di evoluzione assistita

Aveva preso il via solo ad aprile scorso, ma ora è già stato distrutto: il campo sperimentale di riso Tea, ospitato nell’azienda Cascina Erbatici, nella provincia di Pavia, è stato completamente demolito da ignoti.

Siamo nella Lomellina e qui, proprio poche settimane fa, era stata avviata la prima sperimentazione in campo di organismi geneticamente modificati mediante le TEA, le tecniche di evoluzione assistita, ossia i cosiddetti nuovi OGM.

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Un’iniziativa che aveva destato senza dubbio polemiche, non fosse altro che era stata intrapresa senza nemmeno l’approvazione delle nuove regole da parte dell’Unione europea.

Al centro della nuova sperimentazione vi era proprio il riso cultivar Telemaco RIS8imo, modificato dall’Università degli Studi di Milano per rendere le piante più resistenti al fungo responsabile del brusone, principale patologia del riso. Ma ora quelle piante ottenute grazie alle Tea e resistenti, tra gli altri, al brusone, non esistono più. Chi ha voluto ciò?

Non parliamo – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi – di atto vandalico. Si tratta di un gesto criminale, che compromette una sperimentazione che per primi in Italia eravamo riusciti ad avviare con uno sforzo politico importante e unendo le migliori competenze scientifiche sulla materia. Non ci sono commenti per condannare il gesto di chi, pensando di distruggere un piccolo campo di 28 metri quadri, ha bloccato anni di studi che finalmente potevano essere applicati in concreto”.

Mentre la magistratura farà senz’altro il suo corso, c’è da dire che questa decisione del Governo italiano di autorizzare una simile iniziativa senza attendere decisioni ufficiali non era passata inosservata, in netto contrasto com’è con i tempi dell’Ue, che sta piuttosto ancora elaborando un regolamento per differenziare le procedure autorizzative tra vecchi e nuovi OGM.

Ad oggi, infatti, tutte le piante ottenute con le nuove tecniche genomiche sono soggette alle stesse regole degli OGM convenzionali, ma l’Ue sta lavorando per “ammorbidire” le procedure, distinguendo tra diverse categorie di colture geneticamente modificate. Questo ritardo nel recepire le nuove normative europee ha permesso all’Italia di avviare la sperimentazione senza attendere una regolamentazione più precisa.

E non solo: alla base di tutto, in molti hanno anche espresso il timore di una possibile contaminazione genetica di specie affini, sia per gli OGM tradizionali che per i nuovi OGM ottenuti mediante le tecniche di evoluzione assistita.

Lo scetticismo che è intorno a questa iniziativa può essere stato dunque il “movente” per questo atto vandalico? Possibile tutto, ma non sta a noi definirlo.

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