Dietrofront sui pesticidi, il Parlamento europeo respinge il taglio del 50% entro il 2030

Nel 2020 l’Europa aveva lanciato il Green Deal e la sua applicazione all’agricoltura, la Strategia Farm to Fork, che prevede la riduzione del 50% dell’utilizzo dei pesticidi e il 25% di superficie agricola coltivata a biologico da qui al 2030. Un approccio che quasi viene negato, prima con il mancato stop alla proroga del glifosato e poi con il voto contro il regolamento finalizzato alla riduzione progressiva dei pesticidi di sintesi

Pesticidi, siamo a una battuta d’arresto: se da un lato avremmo potuto ricordare l’attuale legislatura europea per l’adozione di un’Agenda Verde ambiziosa, dall’altro il voto di oggi contro il Regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR) espresso dall’Europarlamento rappresenta una grave falla.

Con 299 voti contrari, 207 a favore e 121 astenuti, viene bocciata la relazione Wiener: più i no che i sì alla proposta  della Commissione sull’uso sostenibile dei pesticidi (SUR) e del taglio del 50% entro il 2030. Una pesante sconfitta in merito, soprattutto alla luce della recentissima decisione della Commissione Europea di rinnovare l’approvazione del glifosato per altri 10 anni.

Leggi anche: Pesticidi in Europa: positivo il voto della Commissione Ambiente per ridurli (ma il glifosato resta un problema)

La proposta di Regolamento avanzata dalla Commissione nel giugno 2022 per dimezzare l’uso dei pesticidi chimici entro il 2030 e limitarne fortemente l’utilizzo nelle aree sensibili urbane e ai siti Natura2000, ad eccezione di quelli autorizzati per l’agricoltura biologica e il controllo biologico, rappresentava una pietra miliare delle Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030, già fortemente indebolite dal rinvio dell’adozione del Quadro legislativo sui sistemi alimentari sostenibili, dicono da WWF.

Dal momento che gli Europarlamentari hanno respinto la richiesta di rinviare il testo in Commissione Ambiente, ora la palla passa al Consiglio dell’Unione europea che dovrà adottare una posizione negoziale in prima lettura. Solo allora il testo adottato dal Consiglio potrà eventualmente passare all’esame in seconda lettura del Parlamento. Un percorso che richiede tanto tempo.

Nulla di buono per l’ambiente a Strasburgo, dunque, dove tra l’altro proprio nelle scorse ore è passata la linea meno ambiziosa sulla riduzione degli imballaggi in plastica.

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