Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il Decreto legge che introduce “disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale”. Per molti un successo, per molti altri una serie di misure che puntano soltanto a curare gli interessi privati
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Approvato ieri in Consiglio dei ministri il cosiddetto dl Agricoltura, il Decreto legge con disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura e per le imprese di interesse strategico nazionale.
Una serie di norme che introducono interventi per contrastare le pratiche sleali, arrestare la diffusione di peste suina africana e brucellosi, contenere la diffusione e la proliferazione delle specie alloctone come il granchio blu, migliorare l’efficienza del Sistema informatico agricolo nazionale (SIAN) e misure per contrastare la scarsità d’acqua e potenziare le infrastrutture idriche e assicurare la continuità produttiva del complesso aziendale dell’ex ILVA.
Ufficialmente, quindi, un bello specchietto per le allodole, ma – nel concreto – in quel “rafforzamento dei controlli nel settore agroalimentare” (e aggiungiamo anche faunistico-venatorio) si nascondono non poche insidie.
Cosa prevede in breve il dl Agricoltura
Qui solo alcuni punti essenziali:
- la sospensione della parte capitale della rata dei mutui o dei finanziamenti a favore delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura che abbiano subito una riduzione di fatturato
- modifiche alle norme sul contrasto alle pratiche commerciali sleali e l’autorizzazione alla spesa di 3 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026, al fine di potenziare i sistemi informatici dell’ISMEA
- l’introduzione del divieto di installazione di nuovi impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra e di aumento della estensione di quelli già esistenti, nelle zone classificate come agricole dai piani urbanistici, fatti salvi gli impianti finanziati nel quadro dell’attuazione del PNRR, quelli relativi a progetti di agrovoltaico e quelli da realizzare in cave, miniere, aree in concessione a Ferrovie dello Stato e ai concessionari aeroportuali, aree di rispetto della fascia autostradale, aree interne ad impianti industriali
- interventi finalizzati a garantire l’operatività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco
- l’istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Dipartimento per le politiche del mare, con funzioni di coordinamento e in sostituzione dell’attuale Struttura di missione
- uno speciale procedimento di definizione degli interventi urgenti per far fronte alla crisi idrica;
- la proroga al 31 dicembre 2050 delle concessioni d’uso relative alle opere e alle infrastrutture trasferite a Acque del Sud S.p.a., la quale può subentrare nei provvedimenti concessori di derivazione a uso potabile e irriguo delle opere e delle infrastrutture del demanio statale o regionale, in concessione agli enti che insistono nel territorio in cui opera la società
- un finanziamento pari a 150 milioni di euro, aggiuntivi rispetto alle somme già autorizzate ai sensi del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, per assicurare la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei lavoratori e la continuità operativa degli stabilimenti industriali d’interesse strategico nazionale della ex ILVA S.p.a., già trasferiti all’amministrazione straordinaria della società Acciaierie d’Italia S.p.a
Addio agli impianti fotovoltaici su qualunque tipo di terreno agricolo
Dunque due punti ci stanno particolarmente a cuore: lo stop al fotovoltaico a terra e lo smantellamento del Cufaa.
Dopo che il Governo si sarebbe impegnato a triplicare i target di fonti rinnovabili in Italia al G7 sull’energia appena concluso alla Reggia di Venaria di Torino, ora il Dl Agricoltura, all’articolo 6, prevede il divieto di installare i moduli sul terreno.
Si vieta, quindi, in sostanza, di installare i pannelli solari sui terreni agricoli, nonostante sia ormai acclarato da più parti che il fotovoltaico a terra non produca impermeabilizzazione del suolo, né alcun impoverimento del terreno e della biodiversità, ma anzi consente il risparmio idrico e riduce l’impatto della desertificazione.
Secondo i dati più recenti – fanno sapere da Alleanza per il fotovoltaico – la superficie agricola nazionale è di circa 16,5 milioni di ettari ma soltanto 12,8 milioni di ettari sono effettivamente destinati alla produzione alimentare (seminativi, coltivazioni legnose, pascolo e orti familiari) mentre i restanti 3,5 milioni di ettari di superficie agricola sono incolti o abbandonati.
A fronte di questi numeri, solo 17mila ettari di superficie agricola sono attualmente occupati da impianti fotovoltaici e anche se si volesse installare a terra tutta la potenza fotovoltaica prevista in Italia dal PNIEC per il raggiungimento degli obiettivi al 2030 sarebbero necessari non più di ulteriori 80mila ettari circa (appena lo 0,6% della superficie agricola nazionale).
Addio al Cufaa e alle associazioni venatorie il ruolo di guardie antibracconaggio
Tra le altre misure a cui il Dl Agricoltura ha dato il via libera c’è anche l’ampliamento del ruolo di guardia delle attività venatoria, che viene allargato anche alle associazioni legittimate allo svolgimento dell’antibracconaggio e del controllo dello svolgimento regolare di tutte le attività previste per legge.
In questo si inserisce il trasferimento del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari (Cufaa) dell’Arma dei Carabinieri – la più importante polizia ambientale a livello internazionale – dal ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura, lasciando a quello dell’Ambiente la dipendenza del solo Comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica.
È un’assurdità che lascia a dir poco interdetti: in pratica controllore e controllato coincideranno. Un po’ come mettere un gruppo di bambini golosi a guardia di una torta al cioccolato. La differenza però è che, in questo caso, a pagare saranno come sempre gli animali e l’ambiente, in barba alle tutele previste dall’articolo 9 della Costituzione – conclude Piera Rosati, Presidente LNDC Animal Protection. L’antibracconaggio è una cosa seria e dovrebbe restare appannaggio esclusivo di istituzioni serie come i Carabinieri Forestali, che ora Lollobrigida ha deciso di assoggettare al proprio Ministero. Purtroppo però questo Governo pensa più a fare favori e ingraziarsi delle lobby che al bene del Paese e dei suoi cittadini.
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