Dalla nettarina all’uva, in Italia un quinto in meno di alberi da frutto: le coltivazioni che rischiano di scomparire

Alberi da frutto, addio! Sul territorio italiano sta sparendo una pianta su cinque. A essere maggiormente a rischio la produzione di nettarine e uva. Ed è una pessima notizia anche per la salvaguardia dell'ambiente

L’uva e le pere rientrano fra quei frutti che non possono mancare sulle nostre tavole, specialmente nei mesi estivi ed autunnali. Riuscite a immaginare un futuro senza questi prodotti? Probabilmente no. Eppure, negli ultimi tempi, il nostro Paese si sta trovando costretto a rinunciare a circa una pianta da frutto su cinque. In totale la superficie italiana coltivata a frutta si è ridotta a 516mila ettari, con la perdita di oltre centomila ettari rispetto a 15 anni fa.

A lanciare l’allarme è l’analisi “Salviamo l’ortofrutta italiana”, che accende i riflettori su questo dramma vissuto dall’agricoltura Made in Italy, con conseguenze molto pesanti anche a livello ambientale ed economico.

Le piante da frutto che stiamo perdendo

alberi pera

@hansenn/123rf

La situazione è particolarmente preoccupante per diversi apprezzatissimi frutti. Ecco quali stanno sparendo a ritmi più allarmanti:

  • nettarine (-45%)
  • uva da tavola (-43%)
  • pere (-34%)

Ma non va molto meglio, anche per altri alberi da frutto, ovvero:

  • peschi (-33%)
  • piante di mandarino (-20%)
  • alberi di arance (-16%)

Le cause della scomparsa degli alberi da frutto

Dietro la scomparsa di queste iconiche coltivazioni si celano diversi motivi. Uno dei principali è rappresentato dagli stravolgimenti climatici e dai periodi di prolungata siccità che stanno flagellando il Bel Paese.

Gli eventi metereologici estremi, dalle alluvioni ai nubifragi, hanno effetti devastanti sul settore agricolo. E a peggiorare il quadro è anche l’arrivo di parassiti “alieni” – ad esempio la cimice marmorata asiatica (che attacca gli alberi da frutto, in particolare i peri) – il cui proliferare è favorito dalle ondate di calore.

I suoli italiani devono fare i conti con un numero crescente di minacce: desertificazione, impoverimento e contaminazione di metalli pesanti, pesticidi e da nitrati e fosfati. Un mix davvero pericoloso. Sul settore agricolo pesano poi anche i rincari energetici, che fanno schizzare i costi di produzione, e le importazioni di frutta da Paesi stranieri come l’Argentina per quanto riguarda l’uva.

Le conseguenze da non sottovalutare

Quella della sparizione degli alberi da frutto in Italia è una pessima notizia non soltanto per chi opera nel settore e chi ama le pere o l’uva. Siamo di fronte ad un fenomeno che ha delle conseguenze negative per l’ecosistema e la nostra stessa salute. Le coltivazioni, infatti, sono importantissime per combattere il degrado e l’erosione dei terreni, sempre più esposti al rischio frane e alluvioni.

Inoltre, gli alberi da frutto rappresentano uno strumento prezioso per assorbire anidride carbonica e migliorare quindi la qualità dell’aria.  Una singola pianta è in grado di rimuovere dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, mentre un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog nel corso di un anno.

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Fonte: Coldiretti

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