In soli cinque anni la produzione nazionale delle pere si è praticamente dimezzata (a fronte dell'aumento delle importazioni dall'estero)
In soli cinque anni la produzione nazionale delle pere si è praticamente dimezzata (a fronte dell’aumento delle importazioni dall’estero)
In occasione di FuturPera, la più importante fiera dedicata alla coltivazione delle pere che si è svolta qualche giorno fa (2-4 dicembre) a Ferrara, l’associazione Consorzi Agrari d’Italia ha presentato l’annuale report sulla pericoltura italiana, dal quale emerge una situazione drammatica: negli ultimi cinque anni la produzione nazionale delle pere si è quasi dimezzata e si è assistito al contempo anche alla riduzione delle aree destinate alla coltivazione di questo frutto. Confrontando i dati del 2021 con quelli del 2017, infatti, la produzione di pere è passata da 770 milioni di kg a 400 milioni (-48%), con una diminuzione delle aree coltivate del 15%.
Le cause di questo vero e proprio disastro ecologico ed economico sono da ricercarsi nel clima impazzito, in fenomeni metereologici estremi e negli attacchi di parassiti e agenti patogeni subiti dai peri. Le regioni più colpite sono l’Emilia Romagna (che da sola produce il 66% delle pere italiane), il Veneto (11,5%) e la Sicilia (6,7). Il calo nella produzione si traduce inevitabilmente in un aumento dei prezzi al consumo: il prezzo delle pere Kaiser è aumentato del 36%, quello delle pere Abate del 31% e quello delle Decane del 22% – anche se, secondo l’associazione, tali aumenti non compensano le perdite subite dagli agricoltori con il calo della produzione. Ma non solo: contemporaneamente alla perdita a livello nazionale, è cresciuto il volume delle importazioni (+5,4% negli ultimi cinque anni) a danno della produzione italiana: le principali proveniente sono Argentina (28% sul totale), Spagna (24%) e Cile (16%).
Il report dimostra come sia necessario puntare sull’innovazione per prevenire problemi ai pereti dovuti a gelate tardive o attacchi patogeni che hanno messo in ginocchio il settore – spiega Ivan Cremonini, dirigente di Consorzi Agrari d’Italia -. Occorre dotare i frutteti di tutti gli impianti all’avanguardia per difendersi dalle bizze del clima e dagli attacchi ripetuti di agenti patogeni.
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Fonte: Consorzi Agrari d’Italia
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