Gelate, grandinate e nubifragi ma anche ondate di calore estremo hanno messo a dura prova le coltivazioni di pere e la produzione stimata è inferiore del 63% a quella dello scorso anno
I cambiamenti climatici stanno influenzando, come era inevitabile, anche i raccolti agricoli nel nostro Paese e non hanno risparmiato neppure le pere.
Secondo un’analisi condotta dalla Coldiretti, su dati Prognosfruit, i danni causati da eventi climatici estremi hanno portato a una drastica diminuzione nella produzione di pere, con oltre 6 pere su 10 scomparse dalle tavole rispetto all’anno precedente. Una situazione allarmante che richiama l’attenzione sull’urgenza di affrontare il problema dei cambiamenti climatici e di adottare pratiche agricole sostenibili.
Gelate, ondate di calore, grandinate e nubifragi hanno flagellato le coltivazioni di pere in tutto il Paese. In particolare, la catastrofica alluvione in Emilia Romagna, una delle principali aree produttrici, ha ulteriormente aggravato la situazione, mettendo a rischio oltre la metà della produzione nazionale.
La varietà di eventi climatici estremi ha compromesso il raccolto, causando danni irreparabili sia per le pere ustionate dal caldo record che per quelle devastate dalle grandinate, con chicchi che hanno raggiunto la grandezza di palline da tennis.
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Il risultato di queste condizioni meteorologiche avverse è appunto un calo del raccolto di pere stimato in -63%, con una produzione totale di 187mila tonnellate. Tuttavia, questa cifra potrebbe ulteriormente ridursi.
Questo crollo nella produzione colpisce anche l’Unione Europea nel suo complesso, con una diminuzione del 13% rispetto all’anno precedente.
E purtroppo non si tratta solo di pere ma di un problema più ampio che colpisce l’intero settore agricolo italiano. I cambiamenti climatici hanno avuto un impatto significativo su una serie di colture, tra cui grano e uva da vino, con diminuzioni del 10% e del 14% rispettivamente.
Inoltre, il caldo torrido ha causato danni a molte altre colture ortofrutticole: meloni, angurie, albicocche, pomodori e melanzane.
Il settore apistico è stato anch’esso colpito, con un crollo del 70% nella produzione di miele rispetto all’anno precedente.
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Fonte: Coldiretti
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