Conservare i pomodori nella cenere: un metodo antichissimo, sostenibile e che funziona!

Come conservavano i pomodori i nostri antenati senza le tecnologie moderne? Nella cenere che assorbe l’umidità in eccesso e impedisce la formazione di muffe

Conservare i pomodori è una pratica che affonda le radici in tempi antichi, quando l’assenza di frigoriferi e metodi di conservazione moderni imponeva l’adozione di tecniche più creative e naturali. Tra questi metodi, uno dei più affascinanti e sostenibili è l’utilizzo della cenere.

Sebbene oggi questo metodo non sia più di uso comune, in passato, soprattutto in agricoltura, si sfruttavano le proprietà naturali della cenere per allungare la durata dei pomodori e di altri ortaggi. Ma per quale motivo? La cenere, che possiede una forte alcalinità, crea un ambiente che ostacola la crescita di batteri e funghi, principali responsabili del deterioramento dei cibi.

Essa, inoltre, assorbe l’umidità in eccesso e impedisce la formazione di muffe, due fattori che possono accelerare il processo di maturazione e decomposizione dei pomodori. La tecnica prevede di adagiare i pomodori in uno strato di cenere asciutta, preferibilmente derivata da legno naturale, in contenitori o vaschette, dove vengono coperti completamente. La cenere deve essere mantenuta asciutta e, idealmente, i contenitori vanno riposti in un luogo fresco e asciutto.

Il pomodoro viene protetto dai danni causati dalla decomposizione

Il vantaggio di questo metodo è che non solo rallenta la maturazione dei pomodori, ma li preserva freschi e sodi anche durante i mesi più caldi o nei periodi in cui la conservazione senza refrigerazione sarebbe difficile. Sebbene questo non impedisca al pomodoro di maturare nel tempo, lo protegge dai danni causati dalla decomposizione e consente una conservazione che può durare settimane, o addirittura mesi, a seconda delle condizioni.

Questa tecnica rientra in una più ampia tradizione di metodi di conservazione naturali, molti dei quali si avvalgono di risorse facilmente reperibili e che non necessitano di tecnologia complessa. Ad esempio, oltre alla cenere, molti altri ortaggi e frutti venivano conservati tramite l’essiccazione al sole o al forno, la salatura o l’immersione in olio, pratiche che sono ancora oggi utilizzate, seppur con tecniche modernizzate e che mantengono intatti i loro sapori durante tutto l’anno.

Nonostante l’avanzamento della tecnologia, pratiche come quella della cenere testimoniano l’ingegnosità dei nostri antenati nel far fronte a necessità quotidiane e a condizioni naturali sfavorevoli. Oggi, la riscoperta di questi metodi, oltre a rappresentare una risorsa per chi cerca soluzioni sostenibili, offre anche un ritorno alle tradizioni e a un rapporto più autentico con la natura.

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