Sembra scampato, più per scadenza dei termini che per una scelta ragionata e consapevole, il pericolo di una deroga all'uso del pesticida tossico clorpirifos, utile a proteggere le viti dalla flavescenza dorata in Veneto e Friuli Venezia Giulia
Negli ultimi mesi c’è stata molta preoccupazione riguardo alla possibilità di concedere l’autorizzazione in deroga all’insetticida clorpirifos per combattere la flavescenza dorata della vite in Veneto e Friuli Venezia Giulia. Le due Regioni, infatti, erano ben propense a procedere in questo senso, tanto che hanno chiesto al ministero della Salute la possibilità di tornare ad usare questo pesticida tossico.
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Tante le associazioni e i cittadini che si sono mostrati assolutamente contrari e che hanno fatto sentire la loro voce. Tra questi gli Apicoltori componenti la Consulta Regionale per l’Apicoltura del Veneto che in un comunicato hanno espresso perplessità e contrarietà alla scelta di autorizzare in deroga l’uso della molecola insetticida clorpirifos.
Gli apicoltori ricordavano infatti che:
l’UE ha vietato il clorpirifos (CPS) nel 2020 perché molecola neurotossica, cancerogena e interferente endocrina per l’uomo, e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha dichiarato l’impossibilità di stabilire un livello di esposizione sicuro rispetto alla sua capacità genotossica di danneggiare il DNA umano. Sembra possa provocare squilibri ormonali e metabolici e possa danneggiare il cervello dei bambini, ridurne il quoziente intellettivo fino a causare disabilità psichica, autismo, disturbi dell’attenzione e iperattività.
E già questo di per sé potrebbe bastare ma il clorpirifos ha mostrato analoghi effetti neurotossici anche sugli insetti. Si tratta di un vero e proprio killer di api e impollinatori.
Persino il Consorzio del Prosecco Doc si è mostrato contrario alla possibilità di usare in deroga il clorpirifos. Il Presidente, Stefano Zanette, ha infatti dichiarato:
Nell’apprendere la possibilità che il Ministero della Sanità ammetta in deroga l’utilizzo, ancorché con limitazioni, del Clorpirifos-metile, il Consorzio di tutela della Doc Prosecco, nell’impossibilità di vietare al proprio sistema produttivo l’impiego di tale sostanza, auspica che venga preferita l’adozione dei principi attivi il cui impiego è ordinariamente ammesso per la lotta alla cicalina S.titanus, seguendo le eventuali raccomandazioni sull’impiego di categorie di prodotti ritenuti più efficaci.
Dello stesso parere il Consorzio del Prosecco Docg di Conegliano e Valdobbiene che da subito si è mostrato contrario, sottolineando che la strategia migliore da utilizzare è quella di servirsi di principi attivi già autorizzati.
Ora arrivano però buone notizie. Nel corso di un incontro a Spilimbergo, il consigliere regionale del Veneto Andrea Zanoni ha fatto sapere che, almeno per quest’anno, il rischio di deroga sembra esser scampato:
C’è da tenere gli occhi aperti, monitorare quello che farà il Ministero della Salute, ma nella consapevolezza che sono già molti coloro che nel settore vitivinicolo hanno capito che l’utilizzo di pesticidi vietati dall’Ue è la strada sbagliata. Grazie a un allarme lanciato per tempo e che ha coinvolto anche associazioni ambientaliste, possiamo ragionevolmente dire che almeno per quest’anno la nostra battaglia contro l’uso del clorpirifos ha avuto successo.
Il consigliere regionale ha poi ricordato che:
Le Regioni Veneto e Fvg hanno avanzato domanda di deroga per l’utilizzo di Clorpirifos e Clorpirifos metile al fine di contrastare l’insetto (lo Scaphoideus titanus o Cicalina) che trasmette la flavescenza dorata dannosa per le viti del Prosecco. Il Ministero della Salute ha fatto il primo passo della procedura prevista, cioè una richiesta di informazioni sull’etichettatura, con risposta da dare entro dieci giorni: scadenza superata da pochi giorni. Dato che questo insetto compare verso metà giugno e poi ha una ripresa a luglio sono superati i circa due mesi necessari per mettere in produzione il pesticida.
Almeno per quest’anno, dunque, il pericolo sembra effettivamente scampato. Ma cosa accadrà in futuro?
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Fonte: APAT VENETO – Federazione Apicoltori Italiani
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