In un report, FAO e OMS hanno classificato i cereali come gli alimenti che destano maggiori preoccupazioni dal punto di vista della sicurezza alimentare microbiologica
I cereali sono in cima alla classifica di rischio per la sicurezza alimentare microbiologica. A sottolineare questo aspetto è l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che in un report hanno evidenziato come questi cibi siano maggiormente a rischio contaminazione rispetto ad altri.
In genere, gli alimenti a basso contenuto di umidità (LMF) hanno una lunga durata e vengono considerati sicuri a livello microbiologico per molti anni. Tuttavia negli ultimi anni, una serie di focolai correlati a tali alimenti, hanno dimostrato che, nonostante i microrganismi non possano svuìilupparsi in questi prodotti, se li contaminano in qualche modo riescono a persistere per lunghi periodi di tempo.
Anche piccole contaminazioni presenti in questi cibi possono portare a sviluppare malattie e le temperature elevate possono favorire la moltiplicazione dei microrganismi.
Sono sette le categorie di cibi LMF incluse nella classificazione del report dal titolo “Ranking of low-moisture foods in support of microbiological risk management” di FAO e OMS:
- cereali
- confetture e snack
- frutta e verdura secca
- prodotti proteici essicati
- noci e prodotti a base di noci
- semi per uso alimentare
- spezie ed erbe aromatiche essiccate (compreso il tè)
Ciascuna categoria è stata valutata in base alla produzione, al consumo e al commercio internazionale ma anche al peso della malattia che si può sviluppare.
La revisione includeva nove rischi microbici, nello specifico per:
- Bacillus cereus
- Clostridium botulinum
- Clostridium perfringens
- Cronobacter, E. coli (compresi ceppi generici e patogeni)
- Salmonella
- Staphylococcus aureus
- Listeria monocytogenes
- Enterobacteriaceae
La salmonella era il rischio microbico più comune coinvolto nei focolai mentre quelli dovuti al Bacillus cereus erano principalmente legati a incidenti minori derivanti dal riso e altri prodotti a base di cereali. Lo staphylococcus aureus, invece, ha causato alcuni focolai molto grandi a causa del latte in polvere contaminato.
In base all’analisi dei dati, che fanno riferimento al periodo di tempo compreso tra il 2014 e il 2016, al primo posto per rischio microbiologico troviamo appunto i cereali, seguiti da prodotti proteici essiccati e poi da spezie, erbe essiccate e tè.
Al quarto posto troviamo la frutta a guscio e prodotti a base di noci seguiti da dolciumi e snack, frutta e verdura secca e semi.
Gli esperti hanno affermato che è importante prevenire la contaminazione dei cibi a bassa umidità durante il raccolto, il post-raccolto e la lavorazione attraverso buone pratiche agricole e di produzione e sistemi di gestione della sicurezza alimentare HACCP.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: FAO
Ti consigliamo anche:
- Tossine della muffa e arsenico nelle creme di cereali per bambini: le marche migliori del nuovo test tedesco
- Micotossine, finalmente l’Europa propone di abbassare i limiti in cereali e pasta
- Nuovo studio svela cosa accade al tuo corpo se mangi cereali integrali ogni giorno
- Finalmente i cereali saranno tracciabili nell’intera filiera come vino e olio: approvato emendamento Grano Italia