Agevolare lo sviluppo, in Italia, della filiera produttiva della canapa industriale, un settore molto fiorente in passato ma rimasto vittima, negli ultimi decenni, di vincoli e proibizionismo: è questo l’obiettivo di una proposta di legge approvata quasi all’unanimità dalla Commissione Agricoltura della Camera.
Agevolare lo sviluppo, in Italia, della filiera produttiva della canapa industriale, un settore molto fiorente in passato ma rimasto vittima, negli ultimi decenni, di vincoli e proibizionismo: è questo l’obiettivo di una proposta di legge approvata quasi all’unanimità dalla Commissione Agricoltura della Camera.
La canapa è un materiale estremamente versatile, che trova applicazione in numerosi settori, rivelandosi spesso una valida alternativa a prodotti sintetici e inquinanti. Basti pensare che un maggiore sviluppo di questa filiera potrebbe interessare non solo l’agroalimentare, ma anche la bioedilizia, il tessile, l’industria della carta, delle materie plastiche e dei carburanti.
La proposta di legge appena passata alla Camera, di cui è prima firmataria Loredana Lupo del M5S, mira ad offrire agli operatori del settore un quadro normativo più chiaro, introducendo due novità sostanziali.
In primo luogo, lo stanziamento di 1,5 milioni di euro per rilanciare in tutta Italia la filiera della canapa industriale, con la costruzione di nuovi impianti di trasformazione (attualmente nel nostro Paese ne esistono solo due, a Torino e a Taranto).
In secondo luogo, la percentuale consentita di Thc, il principio attivo che rende la pianta psicotropa, ma che in natura serve ad aumentarne la resistenza agli attacchi di insetti e microrganismi, viene portata dallo 0,2% allo 0,6%. Una variazione apparentemente minima, ma che tiene conto del fatto che la concentrazione di Thc possa aumentare con il caldo: in questo modo, gli agricoltori del Sud Italia non correranno più il rischio di vedersi sequestrato il raccolto solo perché i loro campi sono maggiormente esposti alla luce del sole.
La proposta di legge potrebbe rappresentare un punto di svolta per un settore “dimenticato”, certo, ma ancora potenzialmente florido.
“Dando questo strumento agli agricoltori” – spiega in proposito Loredana Lupo – “si dà loro la possibilità di avviare autonomamente una vera e propria filiera produttiva, dalla coltivazione, alla raccolta fino alla trasformazione. Non solo: si pongono le basi in Italia per creare una realtà produttiva che conta molteplici settori, come il tessile, l’agroalimentare e l’edilizia sostenibile. Ci basta ricordare questo dato: in Italia negli anni ’40, con 90mila ettari coltivati sul territorio nazionale, eravamo i secondi al mondo nel settore e producevamo più canapa di quanto se ne produce oggi in tutto il mondo, con 85mila ettari al 2011 a livello globale.”
Adesso la palla passa al Senato, dove la proposta di legge potrebbe essere approvata in via definitiva.
Lisa Vagnozzi
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