Coltivazione della canapa: anche il Lazio dà l’ok

Nei giorni scorsi, il Consiglio regionale del Lazio ha approvato una legge per la reintroduzione della coltivazione della canapa a fini alimentari, produttivi e ambientali

Nei giorni scorsi, il Consiglio regionale del Lazio ha approvato una legge per la reintroduzione della coltivazione della canapa a fini alimentari, produttivi e ambientali.

La norma, denominata “Interventi per promuovere il ripristino delle coltivazioni di canapa (cannabis sativa) e le relative filiere produttive nel territorio della Regione” è stata approvata con 28 voti favorevoli e 5 contrari. Il suo testo è frutto di un iter legislativo che si è concluso con la felice convergenza di due differenti proposte, una avanzata da Gino de Paolis (SI-Sel) insieme a consiglieri di altri schieramenti, l’altra presentata dal Movimento 5 stelle.

600 mila euro per i progetti a sostengo della canapa

La legge prevede il sostegno economico ai cosiddetti progetti pilota nell’ambito della coltivazione, filiere, trasformazione e commercializzazione della canapa. La regione ha stanziato 600 mila euro per il biennio 2017-2018, così distribuiti: 100 mila euro per la parte corrente e 200mila euro in conto capitale per ognuno dei due anni considerati.

È stato inserito inoltre un emendamento che prevede la possibilità di estendere i contributi regionali anche a progetti diversi da quelli pilota, tema che aveva catalizzato le principali obiezioni del M5S. I grillini infatti avrebbero preferito una maggiore apertura verso la canapicoltura, intesa come risorsa alla portata di tutti gli agricoltori e non appannaggio di pochi progetti ritenuti più virtuosi.

canapa 2016

Altre riserve sono state espresse dai Fratelli d’Italia, che hanno presentato il maggior numero di emendamenti, votando contro il testo definitivo. Questi consiglieri hanno paventato che l’applicazione della legge potesse aprire la strada alla legalizzazione delle droghe leggere.

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Canapa Sativa

Innanzitutto va precisato che l’oggetto specifico della norma è la canapa sativa, varietà che contiene una bassissima percentuale di thc, insufficiente a produrre effetti psicotropi. Ma per fugare ogni dubbio in proposito, nella legge è espressamente vietata “ogni attività illecita finalizzata alla produzione ed estrazione di sostanza stupefacente”. I relativi controlli sono affidati ai carabinieri forestali, cui la Regione attingerà ogni anno per punire gli eventuali trasgressori. In caso di sanzioni comminate ai danni dei destinatari dei finanziamenti, i fondi dovranno essere restituiti.

Canapa, una pianta dai molteplici usi

La canapa è una pianta straordinariamente versatile, per cui sono numerosissime le tipologie di progetti pilota previsti dalla legge: si va dalle farine, ai semi decorticati e all’olio per uso sia alimentare che zootecnico passando per l’impiego florovivaistico, il settore cosmetico, tessile e cartario fino ai progetti pilota nel campo dell’energia, la bioedilizia e la bioingegneria.

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…anche nel campo alimentare e parafarmaceutico

Viene sovvenzionata anche l’attività di ricerca per l’utilizzo delle infiorescenze sia in ambito alimentare che parafarmaceutico. Infine, la legge regionale prevede la possibilità di sfruttare la capacità fitodepurtativa della canapa, la cui coltivazione contribuisce a bonificare i terreni inquinati, diminuendo al contempo l’erosione del terreno. Viene fatta esplicita menzione dei terreni situati nella Valle del Sacco, nella Valle Galeria e delle aree inquinate nei pressi degli impianti termoelettrici di Civitavecchia.

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Dopo la regione Campania, anche il Lazio ha adottato una legge sulla canapicoltura. Abbandonata ormai da 70 anni, la coltivazione della canapa potrebbe rappresentare un’alternativa ecologica e sostenibile alla plastica e ai derivati del petrolio, costituendo altresì un importante volano per l’occupazione e lo sviluppo economico del territorio. Una vecchia coltura che può diventare nuova protagonista della green economy.

Angela Petrella

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