La varietà Cahokia rappresenta il riso più proteico al mondo, e una speranza per la sopravvivenza umana nel prossimo futuro - soprattutto nelle regioni del mondo più colpite dalla povertà
Tra le varietà di riso, qual è quella che contiene più proteine senza essere OGM?
Crisi climatica, siccità e inquinamento stanno mettendo a dura prova la produzione di cibo in tutto il mondo – e i prossimi anni si preannunciano tutt’altro che rosei.
Riuscire a mettere a punto strategie di produzione del cibo sostenibili in un mondo che cambia, e renderle accessibili anche alle popolazioni che vivono in aree del mondo più povere, è la sfida a cui stanno cercando di rispondere gli scienziati.
Una delle risposte potrebbe arrivare da un cereale già presente nella dieta di moltissime popolazioni, che presenta anche il vantaggio di essere naturalmente senza glutine: il riso.
I ricercatori della Louisiana State University hanno ideato una varietà di riso che, oltre ad essere molto economica (e quindi fruibile anche dalle comunità meno abbienti) presenta due ulteriori vantaggi da non sottovalutare.
In primo luogo, esso costituisce un alimento altamente nutriente grazie all’elevato contenuto proteico. Inoltre, necessita di molte meno risorse (acqua e energia) per essere cucinato. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Il riso Cahokia
Come sappiamo, il riso è molto consumato in tutto il mondo – ma soprattutto in alcune cucine tradizionali, dove viene preparato in accompagnamento a tutti i pasti principali.
Per quanto saziante, tuttavia, il riso non ha un alto contenuto proteico – e questo rappresenta uno squilibrio nella dieta delle persone che lo consumano e che spesso non hanno accesso a molte proteine essenziali per la sopravvivenza.
Da qui l’idea dei ricercatori: creare una varietà di riso che mantenesse i benefici e il gusto del cereale ma che al contempo rappresentasse anche una fonte di proteine per chi lo mangia.
La linea di cultivar di riso sviluppata in laboratorio si chiama Cahokia ed è stata lanciata nel 2017: si tratta di un riso a chicco lungo con un contenuto proteico 10,6% – ovvero il 53% di proteine in più rispetto al normale riso.
Il riso proteico non è un organismo geneticamente modificato, ma è stato sviluppato attraverso un processo di coltivazione tradizionale.
Attualmente, la sua produzione non si è ancora espansa su scala globale poiché presenta un inconveniente non sottovalutabile: un raccolto più proteico diminuirebbe la resa del terreno e delle piante stesse.
Per questo motivo i ricercatori stanno studiando venti linee diverse di riso proteico al fine di studiarne la resa delle piante nel tempo.
Una volta risolto questo inconveniente, le possibilità che si aprono all’uso del riso proteico sono numerose: oltre a essere consumato come alimento, il riso potrebbe essere trasformato alimenti proteici come farina, prodotti da forno, alimenti per sportivi, cereali e crackers.
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Fonte: American Society of Agronomy
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