Cadmio nei fertilizzanti: il metallo pesante cancerogeno che danneggia l’ambiente

La sua presenza non è utile alle piante ed è dannosa anche per l’uomo. Parliamo del cadmio contenuto in molti fertilizzanti usati in tutta Europa. Oggi, al Consiglio europeo, 27 governi sono chiamati a pronunciarsi sulla sua riduzione.

La sua presenza non è utile alle piante ed è dannosa anche per l’uomo. Parliamo del cadmio contenuto in molti fertilizzanti usati in tutta Europa. Oggi, al Consiglio europeo, 27 governi sono chiamati a pronunciarsi sulla sua riduzione.

“L’Italia si schieri a favore della salvaguardia dei suoli, delle falde acquifere e della salute dei cittadini europei”, dice Slow Food in una nota stampa.

Il cadmio è un metallo pesante naturalmente presente in grandi quantità nei fertilizzanti a base di fosforo e presenta diverse criticità.

“Oltre a essere cancerogeno per l’uomo, incide sull’attività microbica determinando con il tempo una minore fertilità dei terreni ed è fortemente persistente, per cui risiede nei suoli contaminando le falde acquifere”, spiega Francesco Sottile consigliere nazionale di Slow Food Italia.

In poche parole questo significa che:

“l’acqua impiegata per irrigare o per gli usi pubblici, contaminata da livelli alti di cadmio, non fa altro che peggiorare le condizioni dei suoli e dell’ambiente in cui viviamo”.

Oggi il Consiglio europeo si esprime sul documento della Commissione che propone di abbassare il livello del metallo pesante, riconosciuto cancerogeno per l’uomo dallo Iarc. La Commissione europea ha già proposto un piano di riduzione graduale della presenza di questo metallo tossico nei fertilizzanti, fissando un primo limite a 60mg/kg, passando a 40mg/kg dopo tre anni e a 20mg dopo 12 anni. Solo così si otterrebbe una riduzione di questo metallo tanto persistente nei suoli, considerando che dopo 100 anni il livello si abbassa solo del 20%. Proposta che era stata votata anche dal Parlamento europeo.

“Purtroppo alcuni Paesi, tra cui l’Italia, hanno assunto posizioni di senso contrario alla proposta della Commissione che invece andrebbe sostenuta”, afferma Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia.

L’emendamento presentato dal nostro Governo propone un compromesso rispetto al testo originale: anziché ridurre progressivamente i quantitativi di cadmio suggerisce infatti di fissare un unico limite di 60mg/kg e definisce tempi di applicazione più lunghi.Su questo, era intervenuto il ministro dell’Agricoltura Martina, spiegando che votare il provvedimento sarebbe stato troppo restrittivo ed eccessivamente rischioso per la competitività dell’industria e dell’agricoltura europee.

“Quello che chiediamo al nostro Governo è di schierarsi a sostegno della salvaguardia dei suoli e delle falde acquifere, della salubrità del cibo che portiamo ogni giorno sulle nostre tavole e della salute dei cittadini italiani ed europei”, conclude Pascale.

Noi ricordiamo che il cadmio è stato riconosciuto come cancerogeno per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) e che l’elevata esposizione ha conseguenze sul funzionamento dei polmoni e dei reni, provoca malattie cardiovascolari, riduzione della fertilità e osteoporosi.

È stato poi classificato dall’Unione europea come tossico per le falde acquifere e per gli organismi acquatici, mentre l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha fissato il limite mensile tollerabile di cadmio in 25mg/kg di peso corporeo. Livelli elevati di cadmio sono riscontrati soprattutto nelle patate, nel pane, nei crostacei.

Ecco dove ritroviamo il cadmio:

Per tutti questi motivi, dal gennaio 2017 il cadmio è stato bandito per la produzione di pile e batterie, quindi perché dovremmo continuare ad assumerlo attraverso il cibo che mangiamo? Anche perché la soluzione c’è ed è quella di scegliere modelli di produzione agroecologici che non prevedono l’utilizzo di concimi di sintesi, e quindi, la contaminazione da cadmio.

Dominella Trunfio

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