Aumentare le rese agricole senza ricorrere a fitofarmaci è possibile: basta tutelare la biodiversità attraverso la diversificazione del paesaggio
Fiori, erbe selvatiche, siepi e alberi da frutto migliorano la resa delle produzioni agricole ed è per questo che un tempo i campi coltivati erano circondati da sambuchi, noccioli e roseti.
La conferma arriva da un gruppo di ricercatori che ha studiato l’impatto positivo della biodiversità nel settore agricolo.
Oggi purtroppo, con il crescere dell’agricoltura intensiva e delle monocolture, il paesaggio sta diventando sempre più monotono, con ampi appezzamenti in cui la la biodiversità è molto ridotta.
Non è sempre stato così: tempo fa era molto comune collocare roseti lungo i filari di viti o vedere campi coltivati intervallati da prati ricchi di fiori di malva e camomilla e, in alcune zone, le coltivazioni sono ancora strutturate in questo modo.
Il team, coordinato dall’Eurac Research di Bolzano e dall’Università di Würzburg, ha esaminato i dati di 1.500 coltivazioni di mais, colza, caffè e cereali sparse in tutto il mondo, dalla Svezia al Sudafrica, analizzando i processi di impollinazione e la capacità delle piante di resistere a parassiti e malattie, confrontando i dati ottenuti da coltivazioni omogenee ed eterogenee.
Studiando le caratteristiche dei vari ambienti, i ricercatori ha notato che quando il passaggio è più eterogeneo si ha una maggiore produzione.
Se le coltivazioni sorgono ai margini di boschi o sono costeggiate da siepi e prati, si ha una presenza più alta di insetti impollinatori e di specie antagoniste dei parassiti, come le coccinelle che si cibano di afidi.
Il gruppo di ricercatori ha così scoperto che nelle coltivazioni in cui viene garantita eterogeneità, l’impollinazione è favorita e le specie coltivate riescono a difendersi meglio dagli insetti dannosi.
Questo si traduce in un aumento della produzione e della qualità degli alimenti, oltre a una minore necessità a ricorrere a pesticidi dannosi per la salute dell’ambiente, degli animali e dell’uomo.
Fino a oggi gli studi si sono sempre concentrati sull’importanza della biodiversità sul funzionamento e sull’equilibrio degli ecosistemi: questa nuova ricerca fa invece luce sui possibili vantaggi della biodiversità per l’agricoltura e, in ultima analisi, per la salute umana.
I risultati di questo studio sottolineano l’importanza di tutelare e aumentare la diversificazione del paesaggio sia per incrementare la produttività sia per ridurre l’impiego di erbicidi, insetticidi e funghicidi in agricoltura.
Infatti, se da una parte abbiamo necessità di aumentare le rese per poter soddisfare la domanda alimentare della popolazione in costante crescita, è risaputo che l’uso di fitofarmaci abbia importanti ripercussioni sulla salute dell’ambiente, compresa quella degli insetti impollinatori e di noi esseri umani.
È dunque importante trovare metodi e tecniche ecocompatibili che consentano di migliorare la produttività agricola senza danneggiare l’ambiente e secondo questo nuovo studio, la soluzione è molto semplice: tutelare la natura, per tutelare noi stessi.
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