Non solo glifosato: tutti i pericoli del Bentazone, l’erbicida che ci fa diventare sterili

Attenzione al Bentazone, potrebbe essere pericoloso come il glifosato. Il Bentazone è un erbicida utilizzato in agricoltura la cui sicurezza è ancora tutta da confermare. L’autorizzazione per il suo impiego nell’Unione Europea scadrà il 30 giugno 2017.

Attenzione al Bentazone, potrebbe essere pericoloso come il glifosato. Il Bentazone è un erbicida utilizzato in agricoltura la cui sicurezza è ancora tutta da confermare. L’autorizzazione per il suo impiego nell’Unione Europea scadrà il 30 giugno 2017.

Il Parlamento Europeo è favorevole alla valutazione dei rischi del Bentazone perché questa sostanza può inquinare facilmente l’acqua di falda e dato che si sospetta possa interferire con il nostro apparato riproduttore.

Nonostante ciò, la Commissione Europea vorrebbe rinnovare l’autorizzazione per il Bentazone fino al 31 gennaio 2032 – il massimo possibile come periodo di rinnovo. Nel frattempo la Commissione ha richiesto che vengano presentati dei dati per confermarne la sicurezza.

Secondo il Parlamento Europeo la valutazione di rischio del Bentazone non è ancora stata portata a termine e mancano i dati necessari, in particolare per quanto riguarda l’inquinamento delle falde acquifere.

Una revisione dell’Efsa inoltre ha già proposto di classificare il Bentazone come sostanza con una potenziale tossicità riproduttiva per gli esseri umani. Il Parlamento Europeo chiede dunque alla Commissione UE di prendere atto dei dati mancanti sulla valutazione di questa sostanza prima di decidere per il rinnovo dell’autorizzazione.

Leggi anche: GLIFOSATO: TRACCE DI VELENO NELLA PASTA E NEI CIBI CHE MANGIAMO TUTTI I GIORNI (LE MARCHE)

Il Bentazone agisce come erbicida selettivo post-emergenza e in agricoltura è utilizzato di frequente su una grande varietà di coltivazioni, ad esempio su riso, mais e frumento. I residui di Bentazone vengono rilevati sia nelle acque superficiali sia nelle acque sotterranee, comprese le acque di falda destinate al consumo umano, una circostanza che ha già portato a porre delle limitazioni per l’impiego del Bentazone. L’Ispra ne aveva già parlato in un rapporto pubblicato nel 2013 e l’Oms si è occupata del problema del Bentazone nell’acqua potabile. Negli Stati Uniti i prodotti che contengono Bentazone devono riportare la dicitura ‘Caution’, come sottolinea la Cornell University.

Leggi anche: PESTICIDI: COCKTAIL DI 175 SOSTANZE INQUINANTI NELLE ACQUE REFLUE, IL RAPPORTO ISPRA 2014

Nel 2016 l’Ispra ha confermato che il Bentazone è tra le sostanze utilizzate in agricoltura più presenti come residuo nelle acque italiane.

Leggi anche: PESTICIDI, ISPRA: SEMPRE PIÙ PRESENTI NELLE ACQUE ITALIANE. CONTAMINATO IL 64%

Il Bentazone è considerato tossico se entra a contatto con l’uomo sia tramite ingestione che attraverso la pelle. Può causare vomito, diarrea e difficoltà respiratorie. L’esposizione prolungata al Bentazone della pelle e degli occhi può provocare dermatite e congiuntivite. Secondo l’Environmental Protection Agency la concentrazione del Bentazone in acqua potabile non deve superare i 20 microgrammi per litro. Il timore è che un’esposizione elevata e prolungata al Bentazone possa risultare cancerogena.

Visti i forti dubbi che esistono ormai sulla sicurezza degli erbicidi, a partire dal glifosato, ci aspetteremmo che l’Unione Europa si occupi di valutare al meglio quali sono i rischi correlati al loro impiego sia per la popolazione che per l’ambiente e per gli animali.

Marta Albè

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram