La barbabietola da zucchero non ha più segreti. Dopo il frumento, il pesco e la patata, gli scienziati del Centro di regolazione Genomica di Barcellona (CRG), in collaborazione con l’Istituto Max Planck per la genetica molecolare e l’Università di Bielefeld, hanno sequenziato e analizzato per la prima volta il genoma di tale vegetale
La barbabietola da zucchero non ha più segreti. Dopo il frumento, il pesco e la patata, gli scienziati del Centro di regolazione Genomica di Barcellona (CRG), in collaborazione con l’Istituto Max Planck per la genetica molecolare e l’Università di Bielefeld, hanno sequenziato e analizzato per la prima volta il genoma di tale vegetale.
Cos’hanno in comune pane e salsa di pomodoro? Tutti contengono diverse quantità di zucchero bianco raffinato. Ma ciò che forse può risultare sorprendente è che proviene da una pianta simile agli spinaci e alle bietole, ma molto più “dolce”. È la barbabietola da zucchero.
Gli scienziati hanno scoperto 27.421 geni che codificano le proteine, “la maggior parte dei quali codifica proteine anche nel genoma umano” spiegano i ricercatori.
Perché è importante conoscerne a fondo il DNA? Secondo i ricercatori, tali conoscenze potrebbero incrementare la produttività e la qualità della pianta. Ottenendo una migliore caratterizzazione dei geni coinvolti nella produzione di zucchero, si potrebbe dare vita ad una coltura energetica sostenibile destinata alla produzione di bioetanolo.
La barbabietola rappresenta quasi il 30 % della produzione di zucchero annuale del mondo secondo la FAO ed è la principale fonte di bioetanolo e mangimi. Non a caso, negli ultimi 200 anni, si è diffusa sempre di più in tutto il mondo.
“La barbabietola da zucchero ha un numero inferiore di geni che codificano i fattori di trascrizione di qualsiasi pianta con genoma già conosciuto”, ha spiegato Bernd Weisshaar della Bielefeld University.
La barbabietola da zucchero diventa così la prima pianta del gruppo delle cariofilales – 11.500 specie in totale – con il genoma sequenziato, gruppo che comprende anche spinaci, quinoa e piante carnivore .
Francesca Mancuso
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